Cosa fare e quale numero chiamare nel Lazio se hai la febbre e sospetti di avere il coronavirus
Con l'inizio della nuova fase di convivenza con il coronavirus, che prevede lo spostamento tra regioni e l'arrivo in Italia da Paesi europei, molte persone si chiedono cosa fare in caso di febbre, sintomo di un possibile contagio da Covid. La Regione Lazio a tal proposito ha istituito il numero verde dedicato 800.118.800 da contattare in caso si sospetti di aver contratto il virus. Un numero al quale ad esempio potranno far riferimento le persone in viaggio, intercettate ai controlli presso gli scali aeroportuali e ferroviari, con una temperatura corporea superiore ai 37.5 gradi. Dalla parte opposta della cornetta risponderanno medici pronti a fornire le indicazioni da seguire, che indicheranno loro la postazione sanitaria più vicina, dove recarsi per effettuare il tampone. In caso di responso positivo o comunque, in attesa dei risultati degli esami, alle persone interessate sarà raccomandato di restare a casa, in isolamento domiciliare, fino a completa guarigione o esito negativo dei test.
I controlli per chi arriva nel Lazio
A seguito delle riaperture dei confini regionali e nazionali l'assessorato regionale alla Sanità ha chiesto controlli della temperatura corporea con termoscanner per i passeggeri sia in partenza che all'arrivo nelle stazioni ferroviarie, negli scali aeroportuali e portuali della Capitale e del Lazio. L'ordinanza della Regione Lazio del 2 giugno a firma Zingaretti, tra le misure previste per il contenimento dei contagi da coronavirus, infatti, ne consente ma non ne obbliga l'utilizzo. Ieri una famiglia residente a Roma, rientrata in Italia dagli Stati uniti, risultata positiva al Covid, si è posta in auto isolamento, contattando la Asl territoriale di riferimento. "Dobbiamo mantenere alta l’attenzione anche in questa fase per evitare di disperdere i risultati finora acquisiti" ha commentato l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato. L'ultima ordinanza regionale inoltre vieta l'ingresso gli spostamenti all'interno della regione a chi presenta sintomatologia da infezione respiratoria e non possono entrare neanche persone già sottoposte a sorveglianza sanitaria o in isolamento fiduciario.