Corruzione sanità Lazio, coinvolto Barillari (M5s): “Davide fidati è ‘na botta per Zingaretti”
"Dai Davide, ce la facciamo sicuramente…questa è ‘na botta penso che Zingaretti se la ricorda finché campa…". Così il sindacalista Sicel Andrea Paliani, arrestato ieri insieme a un maresciallo dei carabinieri e a un consulente del lavoro, si rivolgeva al consigliere regionale del Lazio Davide Barillari, del M5s. Oggetto del discorso: l'ipotesi di ispezioni e commissariamento dell‘Ini Spa paventate da Paliani per spaventare Cristopher Faroni, consigliere di amministrazione e socio della società. Il nome del consigliere è riportato nell'ordinanza di custodia cautelare per i tre soggetti accusati di aver provato a ottenere soldi da Faroni con le minacce. La sua posizione è adesso al vaglio degli inquirenti.
Barillari sapeva o no del progetto di Paliani? Il consigliere ha rapporti consolidati con il sindacato Sicel. Un anno fa, in un post su Facebook, era stato lui stesso a dichiarare di essere indagato "perché mi ha denunciato il legale rappresentante del Gruppo Ini, di proprietà di una delle più ricche e potenti famiglie della sanità privata, i Faroni, che possiedono 7 cliniche private in tutto il Lazio. In queste cliniche, grazie al supporto del sindacato Sicel, ho effettuato diverse visite ispettive". E diceva poi di "voler andare fino in fondo per far emergere il livello di corruzione in sanità e l'enorme intreccio di interessi privati fra Asl, proprietari di cliniche private, sindacati venduti e politica".
Barillari: "Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia"
Il diretto interessato si dice dal canto suo tranquillo: "Stanno uscendo diverse agenzie che citano il mio nome in un caso di corruzione. Confermo che rientrando a casa stasera dopo il lavoro, ho trovato solo una bolletta dell'Enel e non un avviso di garanzia. So di non aver nulla di cui preoccuparmi".
Arrestati un maresciallo dei carabinieri e un consulente del lavoro
L'inchiesta condotta dalla Procura di Roma ha portato all'arresto del maresciallo dei carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro Giuseppe Costantino, del sindacalista Sicel Andrea Paliani e del consulente del lavoro Alessandro Tricarico. Le indagini sono partite in seguito alla denuncia di Christian Faroni, consigliere di amministrazione e socio della società Ini Spa, che ha dichiarato di essere oggetto di ricatto da parte dei tre, che avrebbero provato a convincerlo ad assumere Tricarico a 250mila euro l'anno, cifra che i tre presumibilmente si sarebbero successivamente spartiti. In cambio, Costantino avrebbe alleggerito la sua posizione nell'ambito di un'indagine in cui era coinvolto, mentre Paliani lo minacciava dicendo che avrebbe portato al fallimento e al commissariamento dell'Ini anche grazie al suo rapporto con Barillari.
Esponenti di estrema destra per spaventare l'imprenditore
Per risultare più convincente, una volta si sarebbe presentato addirittura con Maurizio Boccacci, noto esponente di estrema destra, per minacciarlo. Mentre in un'altra intercettazione, Paliani dice di esserci andato a parlare anche con Fabrizio Piscitelli, il capo ultras ucciso lo scorso 7 agosto, per alzare il tiro.