Vigile urbano non dichiara di essere positivo al Coronavirus: aperta un’inchiesta
La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta sul vigile urbano che non ha dichiarato alle autorità competenti di essere positivo al coronavirus. Come riporta IlMessaggero nel procedimento aperto c'è l'ipotesi di reato di omissione d'atti d'ufficio, al momento contro ignoti. Il ritardo ha impedito di intervenire per sanificare prontamente gli uffici. A far scattare le indagini un esposto presentato da un sindacato. Si tratta di un agente che presta servizio nell'XI Gruppo della polizia locale di Roma Capitale. Quattro giorni fa Il Corriere della Sera ha reso noto che a solevare la questione sono stati i sindacati di categoria che hanno diffidato la sindaca Virginia Raggi e il comandante Antonio Di Maggio e criticato i ritardi nella comunicazione.
Vigile urbano di Roma positivo al coronavirus
Una notizia, quella della positività del vigile urbano, che ha creato un clima di preoccupazione e allerta tra i colleghi, oltre che di apprensione e solidarietà per le sue condizioni di salute. Gli agenti, al lavoro per le strade della Capitale durante l'emergenza coronavirus, hanno segnalato la carenza di dispositivi di protezione come mascherine, guanti e disinfettanti e l'impossibilità di autotutelarsi, rispettando la distanza di sicurezza dai propri colleghi, specialmente all'interno delle auto di servizio. L'agente si è sentito male due settimane fa, mentre si trovava di lavoro. Manifestando i sintomi della malattia, è stato sotoposto ai test per la ricerca del CoVid-19, che hanno accertato il contagio. In quarantena a casa, come da prassi, anche alcuni agenti che lavoravano a stretto contatto con lui sono obbligati all' isolamento domiciliare.