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Il poliziotto di Pomezia sta meglio: “Ora respira autonomamente”

“L’ho comunicato personalmente al Questore di Roma una volta appresa la notizia dal direttore sanitario dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. Un grazie agli operatori delle Forze dell’ordine per il contributo straordinario che stanno dando”, ha commentato l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato.
A cura di Enrico Tata
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Foto di repertorio
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Dopo 20 giorni di ricovero in terapia intensiva all'Istituto Spallanzani sta meglio poliziotto di Pomezia in servizio al commissariato di Spinaceto. E' stato estubato e respira autonomamente da ieri. "L'ho comunicato personalmente al Questore di Roma una volta appresa la notizia dal direttore sanitario dell'Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. Un grazie agli operatori delle Forze dell'ordine per il contributo straordinario che stanno dando", ha commentato l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato.  "Voglio ringraziare tutte le donne e gli uomini delle forze dell'ordine che stanno, ancora una volta, mettendo in campo ogni energia possibile per questa guerra che li vede con coraggio e professionalità impegnati al servizio dei cittadini. La vostra umanità e la disponibilità assolute in un momento eccezionale, sotto ogni punto di vista, come è quello che stiamo vivendo sono un grande valore aggiunto per tutti noi", ha aggiunto il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori.

L'agente respira autonomamente dopo 20 giorni di terapia intensiva

L'agente è stato ricoverato allo Spallanzani il 2 marzo scorso e ieri, dopo venti giorni esatti in terapia intensiva, ha ricominciato a respirare autonomamente. Il 26 febbraio si recò al pronto soccorso del Policlinico di Tor Vergata, ma fu rimandato a casa anche perché non aveva un link epidemiologico evidente. Il 28 febbraio chiamò il 112, come prevedono le regole, e fu accompagnato al pronto soccorso del Policlinico Gemelli. Da lì, dopo la positività al tampone, fu trasportato allo Spallanzani. L'uomo si era ammalato, secondo la moglie, già a inizio febbraio, ma secondo i medici si trattò di un'influenza comune aggravata poi dalla seconda infezione da coronavirus.

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