Coronavirus e maltempo, a giugno nel Lazio 75 per cento di presenze in meno sulle spiagge
Nel mese di giugno, a causa del coronavirus e del maltempo, si è verificato un crollo delle presenze sulle spiagge italiane. Il calo ha toccato praticamente tutte le regioni italiane con il Lazio che ha fatto registrare perdite meno gravi, circa il 75 per cento rispetto al 2019, soltanto della Sardegna (-80 per cento). Secondo Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe Confcommercio, "per gli imprenditori balneari quest'anno la stagione estiva è iniziata in ritardo e con la concentrazione delle presenze nei fine settimana". Gli imprenditori più fortunati, ha spiegato Capacchione, "hanno avuto le autorizzazioni per allestire le proprie strutture soltanto a maggio inoltrato per poter, poi, aprire i cancelli a fine mese. Ma solo nella seconda metà di giugno i primi turisti hanno iniziato ad usufruire dei servizi di spiaggia, erogati sempre tenendo conto dei protocolli di sicurezza. Buone le presenze nei week-end, ma i numeri riscontrati non sono assolutamente sufficienti per risollevare i conti dopo una primavera totalmente mancata. La causa principale, anche per la nostra categoria, è stata la pandemia da Covid-19 e la conseguente crisi economica, tanto che alcuni stabilimenti balneari questa estate hanno deciso di non aprire affatto perché non sarebbe stato remunerativo, con la conseguenza della perdita di diversi posti di lavoro, non solo stagionali. A ciò si sono aggiunte le avverse condizioni atmosferiche".
I mesi di luglio saranno decisivi per la ripartenza delle attività, ma ci sono tre fattori che fanno ben sperare: l'auspicata riduzione dei contagi, l'arrivo del caldo e del bel tempo e la possibilità che gli italiani preferiscano fare vacanze in Italia e non all'estero.
Giugno, calo delle presenze in spiaggia in tutte le regioni italiane
- Sardegna (-80%)
- Lazio e Molise (-75%)
- Campania e Basilicata (-70%)
- Friuli Venezia Giulia (-65%)
- Sicilia (-60%)
- Calabria (-55%)
- Veneto e Abruzzo (-50%).
- Liguria e Marche (-45%)
- Emilia Romagna e Puglia (-40%)
- Toscana (-30%)