Contagiato da Covid-19 medico dell’ospedale San Camillo: dodici colleghi in isolamento
Tra i nuovi casi di coronavirus nel Lazio c'è anche un medico dell'ospedale San Camillo di Roma. Si è sentito male alla fine del turno di lavoro, dopo essere tornato da un viaggio in Nord Italia. Attualmente si trova in osservazione sanitaria, dodici colleghi tra medici e infermieri entrati in contatto con lui sono stati messi in isolamento precauzionale. Ma non sono i soli. In tutto il Lazio sarebbero oltre 42 gli operatori del personale sanitario in quarantena nella capitale: sono tutte persone entrate in contatto o potenzialmente in contatto con pazienti risultati positivi al nuovo coronavirus. Il numero preciso non è ancora noto, ma è destinato a crescere nei prossimi giorni.
Coronavirus, 42 medici e infermieri in quarantena
Quindici operatori sanitari dell'ospedale San Filippo Neri sono stati messi in quarantena dopo che un paziente è risultato positivo al CoVid19. Si tratta di un anziano con patologie pregresse che si è recato al pronto soccorso del nosocomio il 3 marzo, trasferito poi allo Spallanzani. Sempre a Roma sono in isolamento dodici medici e infermieri del San Camillo di Roma, dieci dell'ospedale Sant'Andrea e cinque dell'ospedale San Giovanni, dove una donna deceduta ieri è risultata positiva al primo tampone. Come detto in precedenza però, si tratta di numeri non definitivi e destinati ad aumentare.
Cosa fare in caso di febbre, tosse o dolori muscolari
Avere medici e infermieri in quarantena non è il massimo quando ci si deve preparare ad affrontare un emergenza. Non solo perché continuano ad aumentare le persone contagiate dal coronavirus, ma perché bisogna garantire le cure e l'assistenza anche alle persone affette da altre patologie e che sono già ricoverate in ospedale. Per questo l'invito che medici e Regione Lazio continuano a ripetere, è quello di non andare al pronto soccorso in caso di febbre, tosse o dolori muscolari. Ciò che bisogna fare è telefonare al proprio medico di base o al 1500, in modo da evitare – nel caso si risulti positivi – di diffondere il contagio. A pazienti già gravati da altre patologie, medici e infermieri.