Comunità cinese a Roma: “Non tutte le attività resisteranno. Chi torna si autoisola”
"Non so se tutte le attività economiche resisteranno a questo periodo. La situazione è grave". È un vero e proprio grido d'allarme quello lanciato da Lucia King, esponente della comunità cinese di Roma che sta subendo "un attacco senza precedenti" per via dell'emergenza coronavirus, la malattia che dal Wuhan, in Cina, si sta diffondendo nel resto del mondo creando preoccupazione nelle autorità sanitarie del pianeta. Dopo i primi due casi verificatisi in Italia, proprio a Roma, la situazione per la comunità cinese della Capitale è peggiorata: "Sta andando malissimo", ha detto King all'agenzia di stampa Ansa, citando anche esperienze personali: "Ieri sera sono andata in un ristorante nel centro di Roma dove prima c'era sempre fila per entrare e ieri c'erano tre tavoli in tutto". Una situazione non diversa da quanto sta avvenendo in via Sarpi a Milano, nella cosiddetta Chinatown, dove la diffidenza e la paura ingiustificate hanno portato a una riduzione delle presenze. "Noi non siamo contagiati solo perché cinesi – ha ribadito Lucia King – Il problema è che la gente ha paura, una paura comprensibile ma non giustificata per il momento in Italia".
Chi torna dalla Cina si autoisola per due settimane per senso di responsabilità
La paura non è appannaggio degli italiani, ma riguarda anche i cinesi. Per i quali anzi la nostra Penisola rappresenta motivo di sicurezza: "In Italia al momento ci sentiamo abbastanza tranquilli. Chi di noi della comunità cinese in questo periodo è riuscito a ritornare in Italia, spontaneamente, ha deciso di autoisolarsi per due settimane, per senso di responsabilità verso l'Italia", ha detto l'esponente della comunità cinese di Roma. Per fortuna però non tutti si stanno facendo prendere dal panico: come sottolineato da Lucia King sono tante le iniziative di solidarietà messe in campo anche da cittadini italiani, come il pranzo solidale organizzato ieri in via Paolo Sarpi a Milano.