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Condannata stalker di Fiorella Mannoia: aveva tentato di sfondarle la porta di casa

La stalker di Fiorella Mannoia è stata condannata a una pena di due anni per aver perseguitato la cantante. Si tratta di una donna di 31 anni con problemi psichici molto gravi, già ricoverata in un ospedale psichiatrico e che era ossessionata da Mannoia. Voleva fare di tutto per entrare nella sua vita, e la cantante ha dovuto denunciarla.
A cura di Natascia Grbic
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Fiorella Mannoia sul palco di Sanremo.

La stalker della cantante Fiorella Mannoia è stata condannata a una pena di due anni per averle reso la vita impossibile nell'estate 2019 con telefonate notturne, messaggi continui, appostamenti sotto casa e anche tentativi di effrazione. Come riportato da Il Messaggero, è stata accolta la richiesta della pubblico ministero Eleonora Fini, che aveva chiesto per la 31enne proprio due anni. Le persecuzioni erano già iniziate diversi anni prima. La donna, una romana con problemi psichici e dipendente da psicofarmaci, era ossessionata da Mannoia: le aveva sfondato la porta di casa ed era arrivata anche a dare fuoco allo zerbino. Per lei erano stati già disposti dal giudice gli arresti domiciliari da scontare in un ospedale psichiatrico.

Nonostante il divieto di avvicinamento a Fiorella Mannoia e ai suoi familiari, la 31enne era tornata a perseguitarla. Una situazione insostenibile per la cantante, che pur con un procedimento aperto non riusciva a essere serena. La denuncia nei confronti della donna è arrivata dopo molto tempo, ossia quando Mannoia ha cominciato a temere per la sua incolumità. Dati i problemi della 31enne, infatti, fino all'ultimo aveva voluto evitare di denunciarla. "È successo quello che non avrei mai voluto succedesse, ma la ragazza non mi ha dato scelta – aveva spiegato la cantante – Sono anni che cerco di arginare questa sua ossessione, non c’entrano i concerti, né i biglietti, eccetto il giorno in cui è venuta a casa mia cercando di buttare giù la porta, non me li aveva mai chiesti". E ancora: "La sua ossessione era entrare nella mia vita. Sono cose molto dolorose, che non avrei mai voluto rendere pubbliche, perché derivano da un disturbo. Mi dispiace per lei, per me, per la sua famiglia e per la mia e per tutti quelli coinvolti in questa triste storia".

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