Con il finanziamento di Bulgari rinasce Largo Argentina, dove fu ucciso Giulio Cesare
Un restauro finanziato dalla casa di moda Bulgari farà rinascere l'area archeologica di Largo Argentina, il luogo dove il 15 marzo del 44 avanti Cristo fu ucciso Giulio Cesare. Gli scavi ospitano quattro templi romani di età repubblicana edificati tra il IV e il II secolo a.C. e al centro della piazza c'è anche il basamento di tufo della Curia di Pompeo dove, alle Idi di marzo cantate da Cicerone, si svolse l'assassinio di Cesare da parte dei congiurati. Grazie al finanziamento di Bulgari tutto il complesso sacro verrà ristrutturato e la conclusione dei lavori è prevista per la metà del 2021.
"Grazie alla convenzione sottoscritta da Bulgari, Comune e Sovrintendenza, oggi prende vita un gesto di amore nei confronti di Roma finanziato e accompagnato da Bulgari. Aiuterà a restituire l'area sacra di Largo Argentina a tutti cittadini romani. Questa zona sarà accessibile tramite passerelle che consentiranno di attraversarla", ha detto Virginia Raggi alla presentazione dei lavori. "Grazie mille per queste parole. Per Bulgari Roma è sempre la principale fonte d'ispirazione. Questo sito ha un valore straordinario perché è il luogo più antico antico di Roma, a cielo aperto, costruito nel III secolo a.C", ha detto Jean Christoph Babin, ad di Bulgari. Al centro dell'area ci sarà una piccola piazza con delle passerelle che condurranno i visitatori davanti alle facciate dei quattro templi. Gli edifici, esempi dell'architettura repubblicana, non erano in marmo, ma in pietra. Particolare ricordato anche dall'imperatore Augusto nella celebre frase: "Ho trovato una città di pietra e la lascio di marmo". "Per un archeologo parlare di questo intervento è emozionante, abbattere la distanza tra la città di sopra e di sotto, determinato dagli scavi della prima metà del ‘900, è un traguardo importante. Siamo nel cuore della Roma repubblicana ed è l'area sacra più ricca di testimonianze: qui abbiamo quattro edifici templari", ha spiegato il sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicc