Roma, stop al sostegno economico per i disabili. Zannola (Pd): “Una scelta grave e miope”
Stop al sostegno economico per i disabili gravi: lo ha comunicato il Comune di Roma con una circolare datata 31 gennaio 2019, entrata in vigore il 2 febbraio. Lo ha comunicato ai municipi la direttrice del dipartimento Servizi sociali del Campidoglio, Raffaella Modafferi, specificando che da adesso in poi non potranno essere accettate nuove richieste dalle famiglie per entrare in graduatoria. È terminata così la fase di sperimentazione inaugurata il 15 gennaio 2018 con una delibera del Movimento 5 Stelle, in attesa che siano approvate nuove Linee Guida che andranno a rimpiazzare quelle precedenti. Nella circolare si specifica che saranno discusse e approvate con una prossima delibera della Giunta, ma per adesso le famiglie che hanno in casa un disabile grave non possono presentare domanda per l'assistenza economica. Il problema però, non è la mancanza di fondi: il governo gialloverde, infatti aveva innalzato gli stanziamenti per i disabili fino a 330mila euro. "I soldi ci sono, non capiamo il perché di questa mancata continuità", hanno scritto in un comunicato i democratici Erica Battaglia, Giovanni Zannola e Sara Alonzi, rispettivamente dirigente regionale partito, consigliere comunale e presidente della commissione Politiche sociali del III municipio. Proprio Alonzi, in un post su Facebook, ha dichiarato che giovedì avrebbero discusso un atto che chiedeva di non escludere dai contributi la categoria degli ex art.26.
Giovanni Zannola (Pd): "Una scelta grave e miope"
"Finita la sperimentazione non si è ancora a conoscenza di come verrano spese le risorse destinate dal fondo per le autosufficienze finanziato con decreto 2016 del governo Renzi e rifinanziato da quello attuale – ha detto Giovanni Zannola a Fanpage.it – Quello che trovo assurdo dell'amministrazione capitolina è aver scelto di erogare sperimentalmente per 12 mesi uno strumento di sostegno economico per poi bloccarne sia l'erogazione sia la richiesta, nell'attesa di capire come, a chi e quando destinare le risorse (già disponibili). Una scelta miope che non considera la necessaria continuità nel sostenere persone e nuclei familiari in condizioni di difficoltà. E nello stesso tempo grave perché non si può sperimentare senza prevedere, al temine della sperimentazione stessa, una modalità di erogazione già pronta per essere attivata, soprattutto se parliamo di persone con disabilità gravissima".
Come funzionava il sostegno economico ai disabili gravi
Il fondo per le non autosufficienze in favore di persone minorenni, adulti e anziani con disabilità gravissima, era stato finanziato dal governo Renzi nel 2016 e confermato da Gentiloni nel 2017. Per il Lazio erano stati previsti prima 35 milioni di euro, poi 45. Nella nuova Legge di Bilancio, il governo gialloverde aveva innalzato gli stanziamenti fino a 330 milioni di euro. Lo scorso anno, a Roma, era iniziata una fase di sperimentazione di dodici mesi che prevedeva l'erogazione di un assegno di cura di 800 euro mensili o (in alternativa) di un contributo di cura di 700 euro mensili. Il primo era rivolto alle famiglie che necessitavano di servizi di professionisti nell'ambito dei servizi sanitari, o che dovevano assumere personale formato o non formato. Il secondo era invece destinato al caregiver familiare: la domanda doveva essere presentata al municipio competente, che avrebbe poi stabilito il livello di bisogno assistenziale della persona, per poi inserirla in una graduatoria nazionale.