Comune di Roma, il debito è di 12 miliardi: “Rischio crisi di liquidità dal 2016”
Dodici miliardi di debito, questo il passivo nelle casse del Comune di Roma al 2015. Una situazione che rischia di provocare problemi di liquidità già nel 2016 e una crisi quasi certa dal prossimo 2020. Silvia Scozzese, ex assessore al bilancio della giunta Marino e ora commissario straordinario per il piano di rientro del debito pregresso di Roma Capitale, lo ha spiegato in commissione Bilancio della Camera dei deputati. "Già nel 2016 – ha spiegato l'ex assessore – si potrebbe verificare una crisi di liquidità se emergessero nell'anno pagamenti per debiti non finanziari superiori a 539 milioni di euro. L'anno successivo lo spazio per questi pagamenti si ridurrebbe di 163 milioni e potrebbe tollerare un ammontare di pagamenti annui di 375 milioni di euro. Tenendo conto anche del trend registrato nei pagamenti del debito non finanziario, – ha spiegato ancora Scozzese – si evidenzia il rischio di veder compromessa la capacità di rimuovere situazioni debitorie per non incorrere in crisi di liquidità, né appaiono percorribili soluzioni del tipo di quelle finora approntate dell’ anticipazione dei contributi, operazioni che andrebbero a definire una condizione di insolvenza complessiva del debito finanziario". Inizialmente il debito del Campidoglio ammontava a 22 miliardi di euro.
Scozzese: "Non conosciamo il 43 per cento dei creditori"
Quasi un creditore del Comune di Roma su due è sconosciuto. Attualmente, infatti, ha detto Scozzese, "per il 43 per cento delle posizioni presenti nel sistema informatico del Comune di Roma, a cui il commissario fa riferimento, non è individuato il creditore. Sono presenti 12mila posizioni per oltre 3,2 miliardi di euro di debiti commerciali, non finanziari, di cui quasi la metà riferibili con certezza. Si tratta di una cifra non definitiva e non attendibile, perché il dato ricevuto dagli uffici del Comune è stato dagli stessi comunicato come meramente indicativo e suscettibile di variazioni".