Comunali Roma 2016, il ritorno di Ignazio Marino con un libro. Si candida di nuovo?
Si intitola “Un marziano a Roma” il libro di Ignazio Marino, edito dalla Feltrinelli, che uscirà giovedì 31 marzo e che quel giorno sarà presentato alla libreria della Galleria Alberto Sordi a Roma. "Un libro esplosivo, ma niente affatto scandalistico, ricco di rivelazioni e retroscena sui passaggi anche più minuti del sottopotere romano", si legge nella presentazione dell'incontro. L'annuncio arriva proprio nel giorno del 61esimo compleanno dell'ex primo cittadino, che ha ringraziato su Twitter: "Grazie ai tantissimi che mi stanno facendo gli auguri. Una carica di affetto e fiducia che fa bene e dà forza".
L'ex sindaco, alle prossime elezioni comunali di Roma, non vorrebbe rimanere in un angolo, relegato a recitare la parte di chi ha fallito nel governo della città. Marino sta cercando un modo per tornare in campo anche se sa che nel Partito democratico, dopo la vittoria di Roberto Giachetti alle primarie, non c'è più spazio per lui. In ogni caso, l'ex primo cittadino aveva dichiarato che avrebbe parlato dopo il voto ai gazebo e il 31 marzo, alla presentazione del suo libro, potrebbe annunciare la sua decisione definitiva.
Comunali Roma, ci saranno anche le primarie della sinistra?
A sinistra del Pd rimane candidato Stefano Fassina. Ma nello schieramento di Vendola e compagni, l'idea è quella di tentare la strada delle primarie chiamando gli elettori di sinistra, i sostenitori del sindaco Marino e i delusi del Pd a scegliere fra il "Marziano", Fassina e l'ex ministro Massimo Bray. Per ora, comunque, un'eventuale candidatura dell'ex ministro della cultura, caldeggiata, sembra, anche da Massimo D'Alema, suo vicino di casa, pare ancora tutta da costruire. Il faccia a faccia, programmato per ieri tra Marino e Bray è slittato ai prossimi giorni e in ogni caso l'ex ministro della Cultura sembra intenzionato a declinare qualsiasi offerta. L'altro ostacolo alle primarie a sinistra è rappresentato dall'affluenza alle urne. Nessuno infatti sembra avere voglia di rischiare un flop che potrebbe essere anche maggiore rispetto ai pochi votanti dei gazebo del Partito democratico.