Coldiretti, no all’accordo Ceta: “Colpisce i prodotti romani e laziali”
La Coldiretti del Lazio si schiera apertamente contro l'accordo Ceta. E lo fa attraverso le parole di David Granieri, presidente locale, che chiede ai parlamentari di Roma e del Lazio di votare contro la ratifica del trattato. "Se il Ceta venisse ratificato, alcuni tra i più famosi prodotti agroalimentari di Roma e del Lazio, tutelati da un marchio Dop oppure Igp faticosamente conquistato, potranno essere emulati, riprodotti da chiunque, abbinati a un marchio fantasioso, ma comunque evocativo del territorio, per essere esportati in Canada e liberamente venduti a prezzi più competitivi rispetto agli originali, con gravissimi danni per le aziende che invece producono DOP e IGP nel rispetto dei disciplinari, peraltro rigidi, imposti dai rispettivi consorzi di tutela", ha spiegato Granieri.
"Nel Lazio abbiamo 27 prodotti tipici, solo 5 dei quali continuerebbero, negli scambi col Canada, ad essere tutelati dai loro marchi e cioè il kiwi di Latina, la mortadella di Bologna, la mozzarella di bufala campana, il pecorino romano e quello toscano. Per gli altri 22 il trattato sarebbe una condanna alla morte commerciale perché non solo non verrebbe riconosciuta la loro qualità, ma perché subirebbero gli effetti devastanti della concorrenza di prodotti similari confezionati in chissà quale parte del mondo, ma che nulla hanno a che fare con il territorio e l’economia degli originali. Niente più tutela, ad esempio, per l’abbacchio romano IGP, per il carciofo romanesco, per il pane di Genzano, per la porchetta di Ariccia o per la ricotta romana". Mercoledì 5 luglio è in programma anche una manifestazione in piazza Montecitorio, prevista per le 9.30, per dire no alla ratifica del trattato.