Civita di Bagnoregio, il borgo medioevale verso la candidatura a Patrimonio dell’umanità

Civita di Bagnoregio potrebbe diventare presto patrimonio universale dell'Unesco. L'iter è ancora lungo, ma il borgo medioevale nel viterbese ha avviato il percorso di candidatura. "E' una bella sfida che si inserisce nella politica della bellezza che ci ha portato in questi anni ad aprire la WeGil, il Castello di S. Severa, a fare la scelta di valorizzazione dei percorsi religiosi. L'iter è lungo, la competizione è molto agguerrita ma anche per questo ci siamo preparati bene assieme al Comune di Bagnoregio, chiamando i migliori esperti per preparare il dossier perché Civita e la Valle dei Calanchi sono un patrimonio unico al mondo", ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
“L’impatto di Civita è fortissimo, si percepisce subito l’idea che c’è una fragilità, elemento fondante della bellezza. In un’epoca in cui nascondiamo il passare del tempo, questo è il fondamento della ‘città che muore’. L’idea che c’è una bellezza che si sgretola e che è minacciata dalla sua stessa presenza nel mondo, ha una potenza straordinaria. La percezione di un’allegoria così forte arriva immediatamente a qualsiasi ragazzo. La potenza linguistica ed evocativa del Museo delle frane, che chiunque riporta subito alla propria vita, alle proprie frane; il simbolo della bellezza come qualcosa che c’è e non puó essere più, trova la sua massima espressione in Civita, che merita assolutamente di essere patrimonio dell’Unesco”, ha dichiarato lo scrittore Marco Lodoli, presente anche lui alla presentazione dell'iter della candidatura.
Civita di Bagnoregio, la città che muore
Civita di Bagnoregio si trova a trenta chilometri da Viterbo e a 110 chilometri da Roma. È uno dei più bei borghi d'Italia, arroccato su una collina di tufo e raggiungibile solo grazie a un ponte pedonale costruito negli anni '60. Bonaventura Tecchi, scrittore, germanista e saggista di Civita, l'ha definita ‘la città che muore", proprio per la precarietà del colle su cui è arroccata. Il tufo che la sorregge è minato alla base dall'erosione provocata da due torrenti e dall'azione di piogge e vento.