Cinquant’anni fa la battaglia di Valle Giulia: scoppiava il ’68 italiano
"Undici e un quarto avanti a architettura, non c'era ancor ragion d'aver paura ed eravamo veramente in tanti, e i poliziotti in faccia agli studenti. «No alla scuola dei padroni! Via il governo, dimissioni!». Hanno impugnato i manganelli ed han picchiato come fanno sempre loro; ma all'improvviso è poi successo un fatto nuovo, un fatto nuovo, un fatto nuovo: non siam scappati più, non siam scappati più!". La canzone cantata da Paolo Pietrangeli e Giovanna Marini racconta la battaglia di Valle Giulia che precisamente cinquant'anni fa segnava lo scoppio del lungo '68 italiano.
Nel mese di febbraio la facoltà di Architettura era stata occupata dagli studenti fino a quando, il 29 febbraio, le forze dell'ordine intervengono sgomberando le aule su indicazione del Rettore dell'università la Sapienza Pietro Agostino D'Avack. Il giorno successivo un imponente corteo partiva da piazza di Spagna con l'obiettivo di riconquistare la facoltà, presidiata da un ingente contingente di polizia in assetto antisommossa. Quando il serpentone scandendo slogan arriva davanti alle scalinate del Museo di Arte Moderna scoppiano gli incidenti.
Valle Giulia è l'inizio della contestazione in Italia
Ai caroselli e i lacrimogeni della polizia gli studenti risposero erigendo barricate con le auto, utilizzando le aste di cartelli e bandiere come bastoni e lanciando i sampietrini divelti da terra. Valle Giulia rappresentò, non solo per gli incidenti di piazza e la reazione degli studenti, uno spartiacque nella storia italiana segnando lo scoppio della contestazione giovanile e studentesca: i ragazzi italiani anticipavano lo scoppio del maggio francese e si univano allo scoppio della rivolta studentesca nelle università americane.
La poesia di Pasolini su Valle Giulia
Alla battaglia di Valle Giulia Pier Paolo Pasolini ha dedicato alcuni versi della controversa poesia ‘Il Pci ai giovani', che non smette di essere citata ogni qual volta avvengono incidenti tra polizia e studenti:
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti.
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da subtopie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.