Chikungunya, salgono a 76 i casi di infezione virale nel Lazio
Continuano ad aumentare i casi diagnosticati e accertati nel Lazio di infezione da virus della Chikungunya. Stando ai dati rilevati dal Seresmi, il Servizio di Sorveglianza Malattie Infettive della Regione Lazio, sarebbero 76 i casi di febbre da Chikungunya rilevati fino ai ieri, martedì 19 settembre. Undici in più rispetto all'ultimo bollettino diramato lunedì. Sette nuovi casi sono stati diagnosticati in pazienti residenti o che hanno soggiornato nel comune di Anzio nei 15 giorni precedenti l’esordio dei sintomi. Gli altri quattro nuovi casi riguardano cittadini residenti nel comune di Roma e non hanno collegamenti con Anzio.
"Ribadiamo – si legge nella nota diffusa dalla Regioen Lazio – che in aree dove si segnalano casi autoctoni singoli o focolai epidemici autoctoni (2 o più casi) scattano le misure di disinfestazione previste dal Piano nazionale di Sorveglianza 2017 del Ministero della Salute ovvero: trattamenti su suolo pubblico e privato, trattamenti adulticidi con prodotti abbattenti, trattamenti dei focolai larvali, replica di tutti gli interventi in caso di pioggia, ripetere l’intero ciclo dopo la prima settimana”.
Secondo l'assessore alla Sostenibilità ambientale del comune di Roma, Pinuccia Montanari, la Capitale "è stata danneggiata dalle disinfestazioni inefficaci di altri comuni laziali. Mentre i nostri trattamenti preventivi a bassa tossicità hanno funzionato molto meglio degli altri, ci chiediamo cosa hanno fatto le altre Amministrazioni per garantire la salute dei cittadini. La nuova ordinanza Raggi è servita per permettere gli interventi anche sul suolo privato. Nessun passo indietro e nessun ritardo da parte nostra. I trattamenti adulticidi erano già previsti. Su questo caso andremo fino in fondo, per ristabilire la verità e valuteremo tutte le azioni possibili, anche legali, denunciando il procurato allarme e la diffusione di notizie false, per tutelare l’operato dell’Amministrazione Capitolina":