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Chiesto rinvio a giudizio per ex manager di Gina Lollobrigida: avrebbe prosciugato il suo patrimonio

I pm della procura di Roma hanno chiesto il rinvio a giudizio per l’ex manager 32enne di Gina Lollobrigida. L’accusa è di circonvenzione di incapace. Il ragazzo avrebbe letteralmente prosciugato il patrimonio dell’anziana attrice.
A cura di Enrico Tata
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Gina Lollobrigida
Gina Lollobrigida

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Andrea P., 32 anni, ex manager di Gina Lollobrigida. L'accusa è di "circonvenzionedi incapace" e i fatti risalirebbero a un periodo compreso tra il 2013 e il 2018. Secondo le accuse dei pm, il giovane manger, difeso dall'avvocato Filippo Morlacchini, avrebbe letteralmente prosciugato il patrimonio dell'anziana e popolare attrice, che lo scorso 4 luglio ha compiuto 92 anni. "Ci sono molte persone che vorrebbero scrivere una mia biografia, soprattutto le persone che non mi conoscono, perché quello che interessa è solo guadagnare, e questo non è giusto. La vita, quando è scritta da una persona che l'ha vissuta, è certamente più autentica della versione di un signore che non mia mai visto, non mi ha mai conosciuto ma vuole solo guadagnare su una vita che non appartiene a lui", ha dichiarato all'Adnkronos l'attrice, non riferendosi direttamente a questa vicenda giudiziaria. Lollobrigida era ospite al teatro Antico di Taormina per il Premio Cinematografico delle Nazioni ideato da Gianluigi Rondi.

Le accuse nei confronti del giovane manager

Le accuse nei confronti del giovane manager sono pesanti: secondo le indagini coordinate dagli inquirenti, il 32enne vendette tre appartamenti al centro di Roma per una cifra complessiva di oltre 2 milioni di euro, comprò alcune automobili di lusso, tra cui una Ferrari con i soldi dell'attrice e in generale prelevò dai conti della Lollobrigida molti più soldi del compenso da lui pattuito. Tutto questo sfruttando, hanno detto i medici che hanno redatto una perizia in sede di indagini, un "indebolimento della corretta percezione della realtà tale da configurare una condizione di deficienza psichica e di menomazione del potere di critica" da parte dell'attrice. L'indagato, disse qualche mese fa il suo avvocato, porterà all'attenzione "tutta una serie di elementi oggettivi che dimostrano l’infondatezza della ipotesi di reato. Appare inoltre evidente come non sussista alcuno stato di vulnerabilità di Lollobrigida. È vero semmai il contrario, come del resto è sotto gli occhi di tutti. E come hanno dichiarato le persone che conoscono e frequentano l’attrice e hanno documentato, sul piano medico, i più autorevoli esperti della materia".

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