Chiese aperte ai fedeli: “La distanza ci unisce perché sentiamo cosa vuol dire stare insieme”
Dal 18 maggio è possibile celebrare nuovamente le messe in chiesa. Ovviamente non nelle stesse modalità di prima: la pandemia da coronavirus non è scomparsa e anche se nel Lazio il tasso di circolazione tra la popolazione è basso, non bisogna abbassare la guardia. Seguire la liturgia in presenza dei fedeli è però consentito rispettando le condizioni di sicurezza. Quindi mascherina obbligatoria, distanza interpersonale tra le persone di almeno un metro e gel igienizzante all'ingresso. È vietato scambiarsi il segno di pace stringendosi la mano: al suo posto, è consigliato un cenno col capo o una riverenza. "Arriverà di nuovo il momento della comunione, quando potremmo riabbracciarci tutti quanti", rassicurano i parroci. Ora è ancora troppo presto.
Messe consentite ma niente segno di pace
Alcune chiese si stanno organizzando con mascherine all'ingresso per darle ai fedeli che ne sono sprovvisti. Come in tutti i locali al chiuso, infatti, è obbligatorio indossare i dispositivi di protezione individuale per accedere, altrimenti bisogna rimanere fuori. Una volta entrati, bisognerà disinfettarsi le mani e prendere posto dove indicato dai volontari o dai fogli poggiati sulle panche. Dopodiché si potrà seguire la messa in tutta sicurezza. I parroci hanno preso misure di sicurezza specifiche anche per la comunione, che viene data ai fedeli senza toccarne le mani. "I cristiani sono chiamati ad aiutare l'Italia in una situazione di grande dolore – spiega a Fanpage.it Don Federico Tartaglia – Noi sappiamo come si fa, perché l'eucarestia è morte, passione e resurrezione". Sono molte le persone che sin da questa mattina hanno cominciato a recarsi nelle chiese della capitale per seguire la messa. "La distanza ci riunisce, perché sentiamo il vero sapore dello stare insieme".