Chi pensa ai bambini e alle bambine di Roma? Proposte per la Fase 2 a partire dai più piccoli
Tra il 18 maggio e il primo giugno riapriranno molti luoghi di lavoro. E se questo per molti adulti è un sollievo, rimane un punto che ancora non è stato chiarito: cosa accadrà ai bambini, come faranno quelle famiglie che vivono condizioni più difficili rispetto alle altre? Considerare quello dei più piccoli come un tema secondario all'interno della pandemia e del lockdown rischia di essere una scelta miope che può generare effetti a catena devastanti. Ne abbiamo parlato con la consigliera regionale Marta Bonafoni.
Trasporti, uffici, negozi e servizi. Si va verso un lento avvio a una nuova normalità in tutti i settori della vita, ma ad essere esclusi sembrano proprio i più piccoli…
Finora tutto taceva, adesso nelle ultime ore si stanno iniziando a sentire voci discordi dal governo che parlano di scuola e apertura dei centri estivi. Credo che questo dipenda da un'impostazione più improntata sulla produzione e la ripresa dei consumi nella fase due, sicuramente richiesta dalla cittadinanza che ha bisogno di ricominciare e avere un reddito, ma che lascia indietro delle persone: i più piccoli, le famiglie in difficoltà e in particolare le donne. Se riprende tutto ma non i servizi educativi per la primissima infanzia, c'è un problema ed è proprio ciò che dobbiamo correggere.
In attesa che il Governo chiarisca molte cose sulla vita dei bambini nella Fase 2, a cominciare dalla riapertura dalle scuole fino alla possibilità di svolgere i centri estivi, a cosa sta lavorando la Regione Lazio?
Ieri Nicola Zingaretti ha annunciato un piano per l'infanzia di cui stiamo discutendo proprio in queste ore. Dal prossimo martedì la commissione che stava lavorando sulla Legge 06 si riunirà proprio per definire un piano per i più piccoli. Prima definiremo un piano come maggioranza, poi in commissione con le altre forze politiche vedremo cosa fare in attesa delle prescrizioni del Governo.
Il lockdown rischia di aumentare il rischio di dispersione scolastica e la condizione di disparità per bambini e ragazzi che provengono da contesti segnati dalla povertà educativa?
Non è un rischio, ma una certezza. Save the Children ci dice che una famiglia su tre non ha un supporto tecnologico adeguato per la didattica a distanza, e dato che si tratta dell'unico mezzo per seguire la scuola parliamo già di un dato importante. Il 42% delle famiglie vive in case affollate, dove persino avere un minimo di silenzio per studiare è un problema. E partiamo già da un livello molto alto di dispersione scolastica, che nel nostro paese è al 14,5%. Le disuguaglianze con il Covid si stanno solo aggravando, i bambini perdono un'occasione che non è solo di apprendimento ma di scambio, e a volte anche di emersione dei problemi che ci sono in questi casi. Bisogna correre immediatamente ai ripari.
Scuole chiuse e crisi economica: il lavoro di cura rischia di ricadere soprattutto sulle donne facendo fare passi indietro sull’occupazione femminile?
Il World Economic Forum lo ha già detto a chiare lettere: sia per quanto riguarda il lavoro di cura sia quello domestico, i riflessi del coronavirus cadranno soprattutto sulle spalle delle donne. Che già per molti fattori, tra cui ovviamente il gender – gap, si trovano in condizioni di disparità rispetto ai colleghi. Spesso sono donne già costrette al part – time, e sappiamo che se si deve rinunciare a un lavoro per stare a casa con i figli si sceglie quello meno remunerato. Ciò significa che le prime vittime saranno proprio loro, che rischiano di vedere ulteriormente aggravata la propria posizione all'interno della società.
Quali sono le azioni da compiere nel breve periodo?
La politica nel prossimo periodo deve cogliere la sfida della ricostruzione. Lunedì riaprono parchi e aree naturali, ma ci sono i cortili delle scuole e palestre all'aria aperta che spesso sono fatiscenti perché non sono mai stati trovati i fondi per ristrutturarle. Bisogna puntare su un investimento che guardi al futuro, bisogna rendere agibili da subito quegli spazi anche in previsione del rientro a scuola. Adesso li consegniamo ai più piccoli, ma poi saranno anche per gli altri.