Centro di Roma Ponte-Galeria: cure e cibo scarsi, il caldo aggrava la salute dei detenuti

Assistenza sanitaria insufficiente, scarsa qualità, quantità e varietà del cibo, contatti telefonici con l'esterno difficili. Una condizione generale quella degli ospiti del Centro di permanenza per il rimpatrio di Roma-Ponte Galeria, aggravata dal caldo intenso da bollino rosso che si sta registrando oggi e nei giorni scorsi, con picchi oltre 40 centigradi. A denunciare la situazione è Stefano Anastasìa, Garante della Libertà per la Regione Lazio, al termine della visita di oggi nel Cnp. Si tratta di una struttura che accoglie 157 persone, precisamente 106 uomini e 51 donne. Particolarmente critica è la situazione nel reparto maschile recentemente riaperto e subito riempito, in gran parte da ex-detenuti che vengono trasferiti all'interno della struttura alla fine della pena. Suddiviso in otto sezioni chiuse e separate tra loro da grate e cancellate alte circa otto metri, gli ospiti hanno segnalato alcune criticità, che riguardano la somministrazione dei pasti, l’impossibilità di utilizzare telefoni personali, l'assistenza sanitaria carente e la scarsità del personale, ridotto a soli otto operatori per turno, ciò ricade sugli spostamenti degli ospiti nella struttura, che devono essere sempre sorvegliati.
"Già nelle scorse settimane avevo rappresentato alla Prefetta di Roma il problema della comunicazione con l’esterno, che non può essere garantita dall’uso di telefoni fissi a scheda, troppo dispendiosi economicamente per i trattenuti – ha spiegato Anastasìa – Oggi ho scritto al Direttore generale della Asl Rm3, competente per territorio, affinché sia al più presto riattivato il protocollo con la Prefettura, che fino a ottobre dello scorso anno ha garantito la presenza quotidiana a Ponte Galeria di medici Asl, sia a fini certificatori che per la prenotazione di accertamenti diagnostici e visite specialistiche negli ambulatori del territorio”.