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Centocelle, kebab come tangente per evitare i controlli: condannati due poliziotti

Kebab come tangente in una rosticceria di Roma per evitare controlli nel locale: due poliziotti sono stati condannati a 4 anni di reclusione per concussione. Assieme a loro anche un “intermediario” con il titolare dell’esercizio, che lo convinceva a pagare. L’uomo, stanco, li aveva poi denunciati.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Due poliziotti sono stati condannati a quattro anni per concussione: avrebbero incassato come tangenti del kebab da un gestore di rosticceria, promettendogli di evitare i controlli. I due erano agenti in servizio al commissariato Prenestino, condannati assieme ad un cittadino egiziano che, secondo l'accusa, avrebbe fatto da intermediario per i poliziotti per convincerlo a "pagare" la tangente. Assolto un terzo poliziotto, ancora oggi in servizio, da ogni accusa. La condanna di primo grado, è stata emessa dai giudici della sesta sezione collegiale, presieduta da Paola De Martiis. La vicenda risale al biennio 2008-2010: fu proprio nove anni fa che i due finirono ai domiciliari con l'accusa di concussione.

Secondo l'accusa, i due conobbero l'uomo di origine egiziana che era in buoni rapporti con una rosticceria in via dei Platani. I due poliziotti, sempre secondo l'accusa, iniziarono a svolgere ispezioni considerate pretestuose, prospettando l'eventualità di fare forti multe all'uomo. A quel punto entra in azione l'egiziano, che "consiglia" al suo connazionale di pagare, suggerendo la "pericolosità" dei due poliziotti. Un consiglio che sarebbe stato "studiato" a tavolino, in comune accordo con i due poliziotti. Secondo il quadro accusatorio, da quel momento i due portano via "a chili" kebab e altro cibo di rosticceria, mangiando e bevendo a più non posso. Ma non solo: uno dei due si fa anche pagare un viaggio in Egitto per tutta la famiglia dal valore di 2mila e 400 euro, l'altro si fa comprare due notebook ed un iPhone. Ma è il kebab quella che sembra essere la tangente "primaria". Finché l'uomo, stanco di subire, li denuncia. Si apre il procedimento giudiziario ed oggi, nove anni dopo, la condanna in primo grado a quattro anni di reclusione.

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