Cassino, bimbo in stato semi-vegetativo dopo il parto: chiesti 3 milioni di euro alla Asl

Una coppia di genitori di Cassino ha citato in giudizio l'Asl di Frosinone e chiesto un maxi risarcimento di tre milioni di euro. Motivo della richiesta fatta al Tribunale di Cassino, il parto avuto dalla donna sette anni fa, nel 2012: a causa di problemi avuti alla 28esima settimana di gestazione, era stato effettuato un cesareo d'urgenza dai medici dell'ospedale. Il piccolo però, che si trovava in posizione podalica, è nato sottopeso e con gravi problemi respiratori: per questo necessitava del trasporto immediato immediato in un'altra struttura più attrezzata con l'ambulanza pediatrica. Di cui il nosocomio era privo. Il bambino, nato sette anni fa, è in stato semi-vegetativo da allora. E questo, secondo i genitori assistiti dall'avvocato Raffaele Iannotta, sarebbe stato causato dal ritardo nel trasferimento.
L'ospedale di Cassino non aveva l'ambulanza pediatrica per il trasferimento
La vicenda è avvenuta nel 2012. Tutto è cominciato quando la donna, incinta alla 28esima settimana, ha iniziato ad accusare dolori forti all'addome. Preoccupata, è andata quindi all'ospedale di Cassino, dove però le hanno dato un antidolorifico dicendole che aveva una colica. Ma una volta tornata a casa, i dolori non sono cessati: si è quindi recata ancora una volta al nosocomio, dove i dottori hanno visto che stava per partorire. Dalla visita è emerso che il neonato era in posizione podalica e le hanno fatto un cesareo d'urgenza. Il piccolo però era sottopeso e non riusciva a respirare bene, ma l'ospedale di Cassino non era attrezzato per questa evenienza: motivo per il quale bisognava trasportare il neonato in un altro ospedale. Il nosocomio però, era sprovvisto della "cicogna", ossia l'ambulanza pediatrica che serve in questi casi. E il ritardo nel trasferimento avrebbe causato danni permanenti al bambino, da sette anni in stato semi-vegetativo. Per questo la citazione in giudizio e la richiesta del maxi risarcimento di tre milioni di euro.