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Camorra, estorsioni e tangenti per i lavori del cimitero: arrestato ex assessore di Ferentino

È stato posto agli arresti domiciliari Luca Bacchi. Si sarebbe accordato con il consigliere comunale Pio Riggi, già finito in manette, per dividere una tangente e coinvolgere elementi della camorra nell’estorsione di questa a un imprenditore di Tivoli aggiudicatosi sei milioni di euro per i lavori di ristrutturazione del cimitero in provincia di Frosinone,
A cura di Redazione Roma
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È stato arrestato questa mattina all'alba l'ex assessore al Turismo del comune di Ferentino, in provincia di Frosinone, Luca Bacchi. Il politico locale è stato posto agli arresti domiciliari in esecuzione di un'ordinanza richiesta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Roma, eseguita dai carabinieri della Compagnia di Tivoli. L'uomo, da risultanze investigative, è ritenuto coinvolto nell'inchiesta che lo scorso 7 marzo aveva portato all'arresto di cinque persone, tra cui un consigliere comunale del comune di Ferentino. A vario titolo gli imputati sono accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, per aver chiesto un imprenditore di Tivoli di pagare una tangente per assicurarsi di poter lavorare senza problemi alla ristrutturazione del cimitero di Ferentino. Vicenda in cui sarebbe emerso anche il coinvolgimento dell'ex assessore che già era stato ascoltato come persona informata dei fatti e la sua abitazione perquisita.

Secondo quanto emerso nel corso dell'inchiesta, per far arrivare chiaro il messaggio e assicurarsi che l'imprenditore versasse la tangente, Pio Riggi, il consigliere comunale finito in manette, non aveva esitato a chiedere aiuto a quattro soggetti ritenuti vicini a un clan di camorra. Questi avevano avuto il compito di avvicinare e intimidire l'imprenditore e convincerlo a versare una parte dei sei milioni stanziati per i lavori, nelle loro tasche e in quelle del politico. Elementi che per gli inquirenti "hanno agito sfruttando la forza di intimidazione del clan, mediante l'uso di armi e persino mediante veri e propri raid nella sede dell'azienda". Per gli inquirenti Bacchi non solo si era accordato con Riggi per dividere la tangente, ma "avrebbe avallato la decisione di rivolgersi a esponenti della criminalità organizzata per indurre l'imprenditore a cedere alla richiesta estorsiva".

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