video suggerito
video suggerito

I genitori la cacciano di casa la figlia transgender: “Serve struttura per ragazzi in difficoltà”

Una ragazza è stata cacciata di casa dai genitori perché transgender. Fortunatamente ha trovato ospitalità, ma la sua vicenda ha evidenziato come a Roma manchino le strutture adatte a ospitare i ragazzi in difficoltà: “Sarebbe bello avere una casa che accolga a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”
A cura di Natascia Grbic
887 CONDIVISIONI
Immagine

Cacciata di casa dai genitori perché decisa a continuare il proprio percorso di transizione. E così Laura (nome di fantasia, N.d.R.) – come tante altre ragazze transgender prima di lei – si è trovata in mezzo alla strada e con il bisogno di essere aiutata. Nelle ultime ore un appello social diffuso da Cristina Leo – portavoce di COLT Coordinamento Lazio Trans – ha raggiunto centinaia di persone che si sono mobilitate per trovare una sistemazione a Laura. Anche le istituzioni si sono interessate al suo problema, mettendosi a disposizione, ma purtroppo non sembra ci siano strutture adeguate per ospitarla nel circuito pubblico. "Il problema è che i servizi di accoglienza del comune sono percorribili, ma ci si va poi a trovare in contesti che non sono assolutamente adatti a quelli auspicabili per una ragazza transessuale cacciata di casa" spiega a Fanpage.it Cristina Leo. "La maggior parte delle volte le persone che usufruiscono di questi servizi hanno problemi molto gravi (come ad esempio la tossicodipendenza), mentre invece chi si trova in mezzo a una strada come Laura perché transgender, ha bisogno di un ambiente protetto".

"Una casa che accolga tutti, a prescindere da genere e orientamento sessuale"

Laura è stata ospite in questo mese da un'amica di Cristina, ma nei prossimi giorni dovrà lasciare l'abitazione. Fortunatamente, il meccanismo di solidarietà che si è innescato grazie alla diffusione del post ha fatto sì che trovasse un'altra sistemazione. Nonostante questo, il problema rimane: perché a Roma continuano a non esserci strutture che possono ospitare persone con le stesse problematiche di Laura. Esiste la Casa Famiglia Refuge LGBT, ma i posti sono limitati e ovviamente non riesce a soddisfare tutte le domande fatte nella capitale. "Sarebbe bello che fosse costruita una casa che accolga in generale ragazzi e ragazze in difficoltà a prescindere dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere – dichiara Leo – Questo è il modo in cui si promuove inclusività dal basso. Bisogna però che abbiano un vissuto di esperienza simile. Il fatto è che le persone cisgender non hanno difficoltà ad avere un aiuto nel caso vengano messe alla porta dai genitori e per loro è facile arrivare ad essere accolte anche in strutture gestite da enti religiosi. Diversa è la questione per le persone trangender, spesso vittime di pregiudizi".

887 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views