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Bullismo omofobo, a giudizio cinque studenti: “La preside sapeva ma non è responsabile”

Anche se sapeva degli atti di bullismo, la preside non è responsabile delle conseguenze subite dal 15enne perseguitato per un anno da un gruppo di compagni di classe. I fatti nel 2014 all’istituto Gassman: 5 giovani rinviati a giudizio per stalking.
A cura di Va.Re.
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Anche se sapeva e non è intervenuta, la preside dell'istituto magistrale Vittorio Gassman non è responsabile delle vessazioni subite da Luca (il nome è di fantasia), il ragazzo di 15 anni vittima di bullismo da parte dei compagni di classe. Lo ha deciso il giudice Albina Fiordalisi. Una decisione che non è andata giù alla famiglia del ragazzo che aveva denunciato la dirigente scolastica.

Il tribunale dei Minori invece ha rinviato a giudizio 5 degli 8 ragazzi imputati per stalking. Lunghissimo l'elenco dei fatti ricostruiti dall'accusa: per un intero anno scolastico, era il 2014, il gruppo di compagni di classe ha isolato e maltrattato Luca. Lo insultavano e deridevano ad ogni occasione, in particolare per la sua presunta omosessualità, chiamandolo "frocio" e "checca". Attaccando cartelli di ingiurie nei suoi confronti in classe e all'ingresso della scuola.

Per due volte gli hanno fatto sparire il motorino e stavano addirittura organizzando un agguato fuori scuola, sventato dall'intervento di alcuni docenti. Per coordinare insulti e scherzi avevano creato addirittura una chat su Whats App "We hate Luca", "Noi odiamo Luca". Il giudice ha deciso anche di non accettare la costituzione come parte civile del Gay Center.

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