Bufera sul mercatino di San Giovanni: doveva essere una festa politica

Un enorme tendone al centro di piazza San Giovanni. Al suo interno, veditori di kebab, gadget vari, cover di telefonini, borsette. Un vero e proprio mercatino, spacciato come festa di Forza Italia. La richiesta inviata al Campidoglio, così scrive il Messaggero, era firmata da Giordano Tredicine, vicecoordinatore regionale di Forza italia, consigliere comunale ed esponente di una nota famiglia nel settore degli ambulanti. Della famiglia Tredicine si è parlato anche, nelle scorse settimane, nell'ambito delle proteste dei commercianti dopo la decisione del Comune di Roma di cancellare il mercatino di Natale a piazza Navona. Una manifestazione di partito gode di tariffe molto economiche per l'occupazione di suolo pubblico. E così, per un periodo compreso tra dicembre e il 10 gennaio, sono stati pagati 34mila euro per l'”affitto” della piazza. Vale a dire meno di 900 euro al giorno per un mercatino al centro di una delle piazze più belle e importanti di Roma. All'interno del grande tendone bianco sono stati allestiti 39 gazebo quindi la tariffa da pagare per ognuno di essi è stata di 25 euro al giorno.

Per queste incongruenze il vicecapo di gabinetto, Vincenzo Vastola, su sollecito di diversi consiglieri comunali, ha scritto al comando del I Gruppo della Polizia municipale, chiedendo di verificare la situazione in piazza San Giovanni. La manifestazione, riporta ancora il Messaggero, era stata autorizzata anche dalla Soprintendenza statale ai beni architettonici. Federica Galloni, che all'epoca era direttore regionale dei Beni Culturali spiega: “Noi abbiamo autorizzato nel quadrante conforme alla scheda delle Osp una festa politica di Forza Italia. Solo oggi sono stata avvisata che è diventata un mercatino di bancarelle e che hanno mandato i vigili urbani a fare controlli. Noi non abbiamo autorizzato proroghe. Abbiamo dato un'unica autorizzazione per una festa in un quadrante di piazza San Giovanni dove sono concesse questo genere di manifestazioni. E' un evidente uso difforme da quello che noi abbiamo autorizzato, e sono molto critica”.