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Boom di baby squillo: in un anno casi quintuplicati

Secondo la Procura di Roma solo nella Regione Lazio si è passati da 35 baby prostitute del 2013 a 190 del 2015, con un incremento del 442%.
A cura di D. F.
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La Procura di Roma ha lanciato un allarme sulla crescita esponenziale delle baby prostitute: dati alla mano, e al netto dell'inchiesta dei Parioli, secondo gli inquirenti da gennaio 2014 le baby squillo sarebbero 190. Un numero molto più alto di quello del 2013, quando erano "solo" 35, con un incremento in termini percentuali del 442%. Insomma, un vero e proprio boom che preoccupa non poco e che sembra essere destinato a lievitare ulteriormente. Le previsioni del pool fasce deboli della Procura di Roma, guidato dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, fanno paura. Si ipotizza, infatti, un’ulteriore crescita del fenomeno del 146% per il 2015.

Ma non è tutto: i 190 casi accertati nel 2014 riguardano esclusivamente la regione Lazio (nel 90% Roma) senza considerare le altre città italiane, dove presumibilmente il fenomeno non è assente. La clientela, secondo la Procura della capitale, è molto ampia e diversificata: si va dai facoltosi imprenditori ai professionisti in grado di spendere fino a mille euro per una prestazione, passando per studenti poco più "anziani" delle baby squillo. Se la prima città in cui si verificano i fenomeni è Roma la seconda è Civitavecchia, mentre gli approcci avvengono prevalentemente sulla rete grazie al sito bakecaincontri.com, che regna sovrano. Secondo gli inquirenti inoltre sarebbero più rari gli approcci diretti, ovvero quelli fuori dalle discoteche o dai locali dove si consumano gli happy hour prolungati.

Visti i numeri la Procura di Roma intende intensificare notevolmente l'attività investigativa. Il rischio che un nuovo "caso Parioli" esploda sembra essere molto alto: a clienti e sfruttatori però potrebbe andare molto male. La procura ha appena accolto la richiesta di patteggiamento per quattro di loro, chiedendo la condanna a un anno di reclusione e oltre mille euro di multa. Mentre Mirko Ieni, ritenuto il manovratore del giro di prostituzione, è stato condannato a dieci anni.

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