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Blu a Roma, l’artista termina la Venere di Milo e il David sulla facciata dell’ex Questura

La Venere di Milo e il David di Michelangelo del Quarticciolo sono finalmente completi e arricchiscono lil palazzo dell’ex Questura. Lo street artist Blu ha terminato la sua opera ricoprendo l’intera facciata: mancava la parte centrale. ‘Roma’, il murales che critica il sistema dell’Arte, è pronta.
A cura di Alessia Rabbai
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L'artista Blu ha terminato la sua opera ‘Roma' al Quarticciolo. Il murales, che raffigura la Venere di Milo e il David di Michelangelo, adesso è completa e arricchisce la facciata del palazzo dell'ex Questura in via Ostuni. L'una griffatissima, l'altro sovrappeso, hanno finalmente la loro ‘cornice', e sono esposti dentro le loro nicchie, per farsi ammirare. "Un lavoro fatto ad intermittenza quest'anno…ma ora è finito!" ha scritto lo street artist sul suo sito, ringraziando di cuore l'affetto profuso nei suoi confronti dai residenti del quartiere. L'opera, come ha detto lo stesso artista, è frutto di un lavoro a intervalli, che lo ha impegnato molti mesi. La scorsa estate i due soggetti principali erano già pronti, restava scoperta la parte centrale del palazzo che li divide. Adesso la vernice arancione è coperta da nuove immagini: raffigurano dodici piccole nicchie con altrettanti personaggi: partendo dall'alto verso il basso di vedono uomini in armatura e con addosso la tenuta militare, uomini in mutande e nudi, che si coprono le parti intime con le mani, scheletri e poi, mucchietti d'ossa. In alto, una figura con il volto da teschio spinge un carrello, progressivamente assume le fattezze di un uomo e il carrello colmo di oggetti ha i cingoli di un carro armato, con un soldato che striscia a terra imbracciando un fucile e diventa una macchina da guerra che apre il fuoco contro le persone.

Venere di Milo e David di Michelangelo: l'opera di Blu al Quarticciolo

Con ‘Roma', l'artista Blu vuole forse muovere una critica nei confronti del sistema dell'Arte, di come trasformi gli artisti in oggetti inanimati e le opere in mera merce di scambio per ottenerne ricchezza. La murales raffigura una Venere di Milo griffata con tanto di barboncino ai suoi piedi e un David sovrappeso che si scatta un selfie. Le due sculture portano addosso il segno inequivocabile del nostro tempo, rappresentando un simbolismo molto profondo. Venere, raffigurata alla maniera classica, indossa una catena d'oro ed è griffatissima: porta con sé una Chanel, cinta Gucci, busta di Versace Gucci, Prada e Louis Vuitton. Nella nicchia sinistra c'è David, grassoccio, con un catenone e crocifisso al collo e ai piedi, scarpe di marca Hogan. In una mano tiene uno smartphone, nell'altra, adornata con anello d'oro e orologio, tiene una bottiglia di birra. "Grandi artisti, come Blu, prendono in considerazione il nostro quartiere per venire ad esprimere la loro Arte non solo per i muri grigi che sono a disposizione nelle periferie ma per le attività auto organizzate che vi sono nate – ha detto ha Fanpage uno degli occupanti dell'ex Questura – I messaggi di Blu sono in sintonia con il lavoro sociale e politico che da anni si svolge qui: dalle occupazioni degli stabili abbandonati, alla resistenza contro gli sfratti, alla trasformazione di un locale caldaie abbandonato in palestra popolare per tutti i residenti". E sul messaggio lanciato dal murales ha aggiunto: "Nel nostro caso l’opera di Blu è una barricata artistica in difesa de diritto alla casa, sul palazzo più alto del quartiere, occupato da 20 anni, che affaccia sulla piazza".

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Chi è lo street artist Blu

Secondo Il Guradian, che lo ha segnalato nel 2011, Blu è uno dei dieci street artist migliori in circolazione. L'artista dipinge sospeso in aria con delle funi da arrampicata. Ha iniziato a farsi conoscere nella sua città, Bologna, a partire dal 1999 attraverso una serie di graffiti sia nel centro storico che in periferia realizzati con la bomboletta spray. Dal 2004 ha partecipato ad alcuni eventi e mostre in gallerie d'arte, poi la sua attività artistica diventa internazionale ma resta principalmente legata alla strada e alla fruizione gratuita e per tutti. Successivamente, insieme ad altri street artist, ha deciso di cancellare tutte le proprie opere dai muri di Bologna realizzate in vent'anni di attività in segno di protesta contro la privatizzazione e la mercificazione della creatività.

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