Sette arresti per estorsione, usura e riciclaggio: la base della banda nel mercato di Porta Portese
Blitz nel quartiere Portuense di Roma, dove gli agenti della Squadra Mobile della Questura sono intervenuti per dare esecuzione a sette misure di custodia cautelare. Le sirene delle volanti si sono accese all'alba di oggi, venerdì 3 luglio, per l'operazione ‘Money box' condotta nel quadrante Sud Ovest della Capitale. A finire nei guai sette persone, ritenute responsabili a vario titolo di usura, estorsione, riciclaggio esercizio abusivo dell'attività creditizia e favoreggiamento. Gli imputati fornivano prestiti chiedendo indietro interessi da capogiro a piccoli imprenditori e a persone in difficoltà economiche della Capitale chiedendo a chi li riceveva il doppio o il triplo dei soldi in pochi mesi. Tre sono finite in carcere al Regina Coeli, tre ai domiciliari, mentre uno è destinatario dell'obbligo di firma. Gli agenti si sono presentati stamattina presso le loro abitazioni.
La base operativa nel mercato di Porta Portese
Le misure di custodia cautelare rese esecutive dai poliziotti e disposte dal giudice delle indagini preliminari sono scattate al termine delle indagini condotte tra la fine del 2019 e i primi mesi del 2020, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma. Ora i responsabili finiti sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori, dovranno rispondere delle accuse a loro carico davanti all'Autorità Giudiziaria. Come è emerso in sede d'indagine, gli indagati, persone di età compresa tra i 43 e i 65 anni erano ben inseriti nel tessuto criminale romano, con base operativa nel mercato rionale di ‘Porta Portese', dove venivano ricevuti i clienti. Gli accertamenti sono partiti dalle denunce di alcune vittime.
Minacce e aggressioni
Secondo quanto emerso dal racconto delle vittime, gli imputati le minacciavano vantando rapporti di parentela con i membri della ‘Banda della Magliana', con i Casalesi o con i Casamonica. Tre fratelli, tra cui N.M., 46enne romano con vari precedenti di polizia, insieme a D.G. e D.M. rispettivamente di 46 e 48 anni, usavano come base il box adibito alla vendita di accessori per auto, all'interno del mercato rionale. Coinvolto nelle attività illecite e di estorsione anche il suocero sessantacinquenne del principale indagato, S.M., con a carico vari precedenti di polizia, mentre V.A. e D.A., romani rispettivamente di 48 e 43 anni, avevano il compito di recuperare il denaro, che veniva poi affidato a D.M., 57enne con alcuni pregiudizi, cui è contestato il reato di riciclaggio.