Beau Solomon, Massimo Galioto si difende: “Io non c’entro niente”
"Non ero solo sulla banchina, quella notte. Io non c'entro niente, sono stato messo in mezzo da altri". Questa sarebbe stata la difesa di Massimo Galioto, il 41enne senzatetto arrestato con l'accusa di aver ucciso lo studente americano Beau Solomon a Roma nella notte tra giovedì 30 e venerdì 1 luglio. Galioto lo avrebbe confidato al suo legale, l'avvocato Michele Vincelli. In pratica il senzatetto, accusato di omicidio aggravato da futili motivi, si sarebbe dichiarato estraneo ai fatti.
Domani al carcere di Regina Coeli, dove si trova per ora Galioto, si terrà l'interrogatorio di convalida dell'arresto. Prima del colloquio dell'indagato con i pm, l'avvocato Vincelli potrà visionare le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza installate nella zona dove il giovane americano è caduto nelle acque del Tevere. La versione del senzatetto è simile a quella fornita dalla sua compagna che ha parlato ieri ai microfoni di Rai Uno. Questa la sua versione: "Hanno iniziato a litigare poi si sono dati degli spintoni e quel ragazzo è finito in acqua. Quel ragazzo stava inseguendo dei marocchini, forse lo avevano derubato. Si è scontrato con Massimo e hanno iniziato a litigare. Si davano spintoni e il ragazzo poi è caduto in acqua. Massimo non è scappato. E' rimasto lì". Secondo l'autopsia Beau è morto per annegamento e quindi era ancora vivo quando è caduto nel Tevere.
Oggi i genitori sono stati ricevuti dal Papa
Oggi i genitori di Beau sono stati ricevuti in Vaticano da papa Francesco. Il ragazzo era arrivato il giorno stesso della sua morte a Roma per un corso estivo alla John Cabot University. Aveva passato la serata in un bar di Trastevere insieme agli amici che poi lo avevano perso di vista. Il ragazzo è caduto nel Tevere all'altezza di ponte Garibaldi e ritrovato il giorno dopo nell'acqua nei pressi di ponte Marconi.