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Beau Solomon, lo studente trovato morto nel Tevere forse aveva bevuto molto

In un video esclusivo di Fanpage.it un amico di Beau Solomon, studente americano trovato morto nel Tevere, racconta cosa è successo la sera della sua scomparsa, lo scorso giovedì 30 giugno: “Era ubriaco ma lo eravamo tutti, era la nostra prima notte in Italia”. Beau aveva proseguito la serata con un altro amico. Poi si è allontanato e non è più tornato. La procura indaga per omicidio e rapina.
A cura di Francesco Loiacono
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Le ipotesi su cui indaga al momento la procura di Roma sono quelle di omicidio a carico di ignoti e di rapina. Ma sulla morte di Beau Solomon, lo studente americano di 19 anni il cui corpo è stato ritrovato oggi nel fiume Tevere, sono ancora tanti i dubbi. Il principale riguarda naturalmente cosa abbia fatto e dove sia andato Beau, ragazzo sorridente e "compagnone" appena arrivato nella Capitale, dopo essersi alzato un attimo dal bar con cui era con un amico. Alla persona che era con lui, che sarebbe stato il suo compagno di stanza nelle 5 settimane del corso alla John Cabot University, Beau avrebbe detto di dover andare in bagno: poi di lui si sono perse le tracce, almeno fino al tragico ritrovamento del suo cadavere.

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A questo punto le versioni iniziano a differire: il compagno di stanza di Beau ha riferito che il ragazzo non era ubriaco. Ma nelle testimonianze raccolte in esclusiva da Eleonora Mastromarino per Fanpage.it, un ragazzo che era assieme a lui nella prima parte della serata afferma di averlo visto alticcio, come d'altronde tutta la comitiva. Il gruppo di studenti americani era appena arrivato nella Capitale. Come tanti altri connazionali, erano andati in giro per locali per giocare al "Beer pong": un gioco di bevute in cui chi non riesce a centrare un bicchiere con una pallina da ping pong è "costretto" a bere.

A questo punto è subito utile fissare due punti: il primo è che la persona che ha reso la testimonianza potrebbe a sua volta (per sua stessa ammissione) non essere stato nelle necessarie condizioni di lucidità per "giudicare" lo stato di Beau. La seconda è che nulla al momento lega l'eventualità che il 19enne abbia un po' esagerato con l'alcol, magari per festeggiare la prima notte in Italia, con la sua tragica fine.

La carta di credito usata a Milano e i testimoni oculari

Restano molti dettagli che spingono gli inquirenti verso l'ipotesi che nella morte di Beau Solomon possa essere coinvolto almeno un altro uomo: innanzitutto la carta di credito di Beau, che sarebbe stata utilizzata dopo la scomparsa del ragazzo (che risale a giovedì scorso) a Milano, per una cifra intorno a 1.500 euro. Non si trovano neanche telefonino e portafogli dello studente, il cui corpo presentava una profonda ferita alla testa e la cui camicia era macchiata di sangue. Segni compatibili con un urto contro le sponde del Tevere, dove – e questo è l'altro elemento al vaglio degli inquirenti – due persone affermano di aver visto gettare un corpo da un altro uomo.

Le indagini dovranno andare spedite, anche per mettere subito a tacere ogni possibile illazione. Intanto resta la tristezza per il tragico destino che ha travolto un ragazzo di 19 anni che già in passato aveva lottato per non morire. All'epoca, da bambino, era stato più forte di una rara forma di cancro. Adesso si dovrà cercare di capire quale altro male lo ha sconfitto: "Era contento di venire in Italia, è molto triste che abbia potuto passarci solo una sera", è l'amaro commento di un'amica arrivata con lui nella Capitale dagli States.

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