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Bambino di 7 anni cacciato dalla palestra perché disabile

Ma ora il bambino è felice: sta frequentando la palestra dell’US Acli Terzo Millennio con lezioni di atletica leggera sotto la guida di Alessio Gianni, già coach di due atlete paralimpiche.
A cura di Enrico Tata
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In palestra non lo vogliono. La motivazione? Perché è disabile. È successo a un bambino romano di 7 anni, che è stato allontanato da un corso di arti marziali dopo due lezioni di prova. Prima la palestra, una delle tante sulla Tuscolana, aveva promesso di tenerlo, ma poi ha deciso di non volerlo più. Sembra che un istruttore non lo volesse. Il bimbo è affetto dalla sindrome di Rubinstein-Taybi, una rara malattia genetica in cui i soggetti sono caratterizzati, si legge su Wikipedia, da statura ridotta, ritardo mentale e aumentato rischio di sviluppare neoplasie solide e leucemia.

“È una scandalosa discriminazione – ha detto la madre. Mio figlio aveva tutto il diritto di seguire quelle lezioni. Non avevamo nascosto il suo problema e ha fatto ben due giornate di prova perché la proprietà potesse verificare la situazione. Io stessa ho chiesto subito se fossero in grado di gestirlo e, conosciuto il bambino, mi è stato assicurato che non ci sarebbero stati problemi”. Ora però il bimbo ha coronato il suo sogno di fare sport: sta frequentando la palestra dell’US Acli Terzo Millennio a Tor Pignattara – Porta Furba con lezioni di atletica leggera sotto la guida di Alessio Gianni, già coach di due atlete paralimpiche, Oxana Corso e di Laura Coccia.

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