Autostrade, lotta al caro pedaggi: i sindaci di Lazio e Abruzzo protestano a Montecitorio
Manca poco più di un mese all'approvazione del nuovo piano tariffario autostradale, che coinvolgerà molti tratti dell'A24 e dell'A25. La sua entrata in vigore era stata sospesa dopo un decreto interministeriale promulgato la fine dell'anno scorso, ma non è stata concessa nessun'altra proroga. La decisione non è stata digerita da alcuni sindaci e amministratori del Lazio e dell'Abruzzo, le due regioni coinvolte dalla nuova normativa. Una loro delegazione si è presentata questa mattina alla Camera dei Deputati per discutere riguardo all'aumento delle tariffe autostradali, nel tentativo di scongiurare l'incremento del 6% dei prezzi dei pedaggi. Alcuni esponenti si sono rivolti al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, intimandogli di "trovare una soluzione subito, altrimenti diventerà impossibile anche andare al cinema". Le autostrade coinvolte dalla modifica del piano tariffario sarebbero state colpite da un rincaro dei prezzi già nel 2018, motivo per cui la delegazione di sindaci e governanti aveva chiesto la convocazione di un mai ottenuto tavolo istituzionale.
L'aumento delle tariffe autostradali coinvolge tutto il Paese
L'aumento dei prezzi del pedaggio dell'A24 e dell'A25 ha mandato su tutte le furie i primi cittadini del Lazio e dell'Abruzzo, ma il rincaro del piano tariffario autostradale non coinvolge solo le due regioni del centro Italia, bensì gran parte della nostra Penisola, con alcuni strade che hanno visto l'incremento dei prezzi già a partire dai primi giorni del 2019. Per la precisione la maggior parte dei pedaggi delle autostrade del Nord Italia ha registrato un aumento del 3% circa, con vari tratti autostradali che non sono stati coinvolti da questo aumento dei prezzi, come il Raccordo autostradale della Valle d'Aosta e la Pedemontana Lombarda.