Atac, Campidoglio punta a prolungare contratto di servizio al 2024 ed evitare messa a gara
Per far uscire Atac, l’azienda del trasporto pubblico romano, dalla crisi e risollevarla dai debiti la soluzione che il Campidoglio sta valutando è quella di prolungare il contratto di servizio fino al 2024, per evitare la messa a gara del servizio teoricamente prevista per il 3 dicembre 2019. Riuscendo così a farla rimanere pubblica e ad evitare il rischio privatizzazione contro cui l’amministrazione a Cinque Stelle guidata da Virginia Raggi si è più volte schierata. L’ipotesi sarebbe al vaglio anche dell’avvocatura capitolina, che proprio in questi giorni dovrebbe valutarla dal punto di vista legale.
L’intervento diretto del comune potrebbe anche avere l’obiettivo di prendere tempo per trovare la quadra sul concordato in bianco, la strada che sembra essere la più percorribile dall’amministrazione per evitare il fallimento di Atac. Una manovra che varrebbe anche da garanzia per i creditori, che ben sanno che il rischio è che la restituzione delle somme di cui l’azienda è debitrice potrebbe arrivare ben oltre il 2019, data della messa a gara. Senza la certezza di questo prolungamento, chi è in attesa di pagamenti da Atac, inoltre, potrebbe fare un passo indietro anche in sede di concordato, sollecitando la richiesta di fallimento dell’azienda del trasporto romano.
Evitare la messa a gara non è però così semplice. Secondo i regolamenti europei e anche sulla base della legge italiana, la gara è la modalità primaria per l’attribuzione del trasporto pubblico locale. I comuni, però, hanno la facoltà di decidere di proseguire con l’affidamento diretto in alcuni casi, ovvero se si presentano occasioni di un migliore servizio e di una situazione economica favorevole. Un quadro che, al momento, non sembra affatto corrispondere a quello di Atac, sommersa dai debiti e dai continui problemi riguardanti la qualità del servizio, con soppressioni delle corse sempre più ingenti e disagi per la mancanza di manutenzione e mezzi.
I Radicali contro il prolungamento del contratto di servizio di Atac fino al 2024
L’ipotesi riportata oggi da molti quotidiani viene definita come un “atto gravissimo e irresponsabile” da parte dei Radicali che hanno raccolto le firme – poi consegnate in Campidoglio – per indire un referendum su Atac per la messa a gara del servizio. “Dopo la firma di oltre 33mila cittadini saremmo di fronte alla sconfessione definitiva della centralità della partecipazione popolare e della democrazia diretta che in modo spudorato il movimento di Grillo e Casaleggio continua a rivendicare come propria ragione d’essere. Una decisione del genere rivelerebbe la chiara intenzione della giunta Cinque Stelle di evitare il voto referendario”, sostiene Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani, insieme ad Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma. Secondo loro, si tratterebbe di una scelta “inammissibile dal punto di vista giuridico”, così come lo sarebbe depotenziare il referendum “raggirando i cittadini su una questione fondamentale per la qualità della vita nella capitale”. E sarebbe inoltre “gravissimo perché si farebbe prevalere l’interesse di una azienda sul diritto di tre milioni di cittadini a un servizio pubblico decente”.
Le opposizioni chiedono alla Raggi di comunicare pubblicamente le scelte su Atac
Le opposizioni in Assemblea capitolina prospettano tutto il loro scetticismo su questa possibile scelta. Sembrano “strategie da ultima spiaggia di una giunta ormai allo sbando”, sostiene Fabrizio Ghera, capogruppo in Campidoglio di FdI-An che chiede alla sindaca Virginia Raggi di “tornare dalla vacanza e affrontare il caso Atac: dica alla città come intende salvare l’azienda”. Dello stesso parere anche Svetlana Celli, capogruppo della lista RomaTornaRoma: “Apprendiamo delle ipotesi più disparate sul futuro del trasporto pubblico romano dai giornali, nel silenzio assordante del Campidoglio. Forse la sindaca dovrebbe trovare del tempo per comunicare ai romani quali strategie intende mettere in atto”.
Diverso, invece, il parere di Stefano Fassina, consigliere di Sinistra per Roma, secondo cui l’ipotesi di rinnovare l’affidamento ad Atac fino al 2024 è “l’unica strada possibile per evitare uno strutturale ridimensionamento del servizio ai danni dei cittadini”.