Arce, omicidio di Serena Mollicone nella caserma dei carabinieri: vicina la chiusura delle indagini
"Siamo vicini alla verità. Questa è realmente la svolta, la prova scientifica che si cercava da tempo". A parlare Guglielmo Mollicone, papà di Serena, che ha commentato i nuovi sviluppi delle indagini sulla morte della figlia intervistato da Fabio Camillacci per ‘La Storia Oscura' su Radio Cusano Campus. "Grazie ai Ris adesso si va più spediti verso l'arresto e il processo per questi banditi che hanno ucciso mia figlia nella caserma dei carabinieri di Arce. Nonostante due archiviazioni dell'inchiesta frutto dei numerosi errori fatti da chi indagò all'inizio, investigatori e periti che evidentemente cercavano ma non volevano cercare, ho sempre avuto fiducia nella giustizia; per questo non ho mai mollato e sono andato sempre avanti alla ricerca della verità. Chi uccise mia figlia aveva paura di Serena perché lei ebbe il coraggio di andare nella caserma dell'Arma per denunciare l'enorme spaccio di droga che all'epoca c'era ad Arce, terzo polo dello spaccio di stupefacenti dopo Roma e Napoli. Spaccio controllato da un boss camorrista capo degli Scissionisti". Serena Mollicone è stata uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce. A confermarlo, la perizia dei Ris, a sostegno del principale sospetto dei magistrati della procura di Cassino. A giorni, dopo 17 anni, è prevista la chiusura delle indagini e tutto lascia pensare che con i nuovi elementi possano essere rinviati a giudizio tutti gli indagati o una parte di questi. Poi, Guglielmo Mollicone ha rivelato un altro particolare: "Furono in tanti a depistare le indagini, anche l'allora parroco di Arce il quale disse che Serena era morta a causa di un giro di messe nere e riti satanici. Un sacerdote che mi impegnai personalmente a mandar via da Arce proprio per questo motivo raccogliendo più di 500 firme. Il vescovo della Diocesi mi ascoltò e lo trasferì".
Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone
Il 2001 e ad Arce, Comune del frusinate è scomparsa una ragazza di 18 anni. Si tratta di Serena Mollicone, 18 anni. È uscita di casa il primo giugno, alle 8 è andata all’ospedale di isola Liri per fare un’ortopanoramica chiesta dal suo dentista ma non è rientrata a casa e i familiari non hanno avuto più sue notizie. Il suo corpo senza vita è stato trovato due giorni dopo dai volontari della Protezione civile nel bosco dell’Anitrella, in località Fonte Cupa. Era legata con un gomito a un albero, con i piedi e le mani stretti da un filo di ferro e scotch e la testa chiusa in una busta di plastica. Per l'omicidio della giovane è stato inizialmente indagato Carmine Belli, un carrozziere di Rocca d'Arce, ma l’uomo è stato prosciolto in via definitiva. Nel 2008 il carabiniere Santino Tuzi, tra i militari presenti in caserma il giorno della sua scomparsa, si è suicidato. L'episodio ha portato gli investigatori a intensificare le nuove indagini fino a quando la Procura di Cassino ha sostenuto che la giovane sia stata picchiata a morte, dopo un violento litigio, all'interno della caserma dell'Arma di Arce, che sia stata poi portata nel bosco e poi soffocata.