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“Arabesque”, alle Scuderie del Quirinale le suggestioni d’Oriente di Henri Matisse

A raccontare l’opera di Henri Matisse, padre delle avanguardie del primo ‘900, sono oltre 100 capolavori provenienti dalle maggiori raccolte del mondo. Intitolata ‘Matisse. Arabesque’, l’importante esposizione sarà alle scuderie del Quirinale fino al 21 giugno.
A cura di Enrico Tata
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“La révélation m'est venue d'Orient”, scriveva Henri Matisse nel 1947 al critico Gaston Diehl. A Roma, alle scuderie del Quirinale, una mostra racconterà questa fascinazione di Matisse, l'ispirazione tratta e il sapore dell'Oriente nei suoi quadri, tra arabeschi dalle straordinarie cromie e preziosismi. “La preziosità o gli arabeschi non sovraccaricano mai i miei disegni, perché quei preziosismi e quegli arabeschi fanno parte della mia orchestrazione del quadro”, scriveva l'artista francese. A raccontare l'opera di Henri Matisse, padre delle avanguardie del primo ‘900, sono oltre 100 capolavori provenienti dalle maggiori raccolte del mondo. Intitolata ‘Matisse. Arabesque", l'importante esposizione sarà alle scuderie del Quirinale fino al 21 giugno. Tra le opere, ‘Gigli, Iris e Mimose', ‘L'Italiana', ‘Ragazza con copricapo persiana', le ‘Tre sorelle', ‘Zohra sulla terrazza', ‘ Marocchino in verda', ‘Odalisca blu', ‘Due modelle che si riposano', ‘Paravento moresco'.

Proposta dalle Scuderie del Quirinale, promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo, la mostra è organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in coproduzione con MondoMostre e catalogo a cura di Skira editore. In esposizione oltre cento opere di Matisse con alcuni capolavori assoluti – per la prima volta in Italia – dai maggiori musei del mondo: Tate, MET, MoMa, Puškin, Ermitage, Pompidou, Orangerie, Philadelphia, Washington solo per citarne alcuni. Curata da Ester Coen, con un comitato scientifico composto da John Elderfield, Remi Labrusse e Olivier Berggruen, Matisse. Arabesque, vuole restituire un’idea delle suggestioni che l’Oriente ebbe nella pittura di Matisse

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