Appalti e mazzette sul “Caro estinto”: indagato anche l’ex assessore Visconti

Un vero e proprio “mercato della morte”. Un business milionario: appalti pilotati, scambi di voti, mazzette. Un’inchiesta che rischia di allargarsi ora dopo ora. Al centro delle indagini, alcuni dei più importanti ospedali di Roma e le loro camere mortuarie: dal Sant'Andrea al San Camillo, fino al Policlinico l'Umberto I, al Pertini e al Sant’Eugenio. Secondo la procura, alcuni dirigenti Asl e funzionari ospedalieri avrebbero pilotato una serie di appalti per la gestione delle camere mortuarie. In cambio di questi appalti, gli imprenditori avrebbero pagato mazzette e promesso ai politici voti alle elezioni. Un sistema criminale che, secondo i pm, avrebbe truccato il mercato e permesso ad alcuni imprenditori di pompe funebri di operare in un regime di monopolio.
Business sul "caro estinto": oltre 30 indagati
Tanti gli indagati, oltre 30, anche qualche noto politico: dopo l’ex senatore del Pdl Domenico Gramazio e il figlio Luca, consigliere Fi alla Regione Lazio, oggi è spuntato anche il nome dell’ex assessore comunale all’Ambiente Marco Visconti, membro della giunta guidata da Gianni Alemanno. Ieri sono scattate 26 perquisizioni, eseguite dagli uomini della Mobile, diretti da Renato Cortese, negli ospedali e nelle società di onoranze funebri sospettate.
Le accuse nei confronti degli indagati, tra cui figura anche l’ex direttore generale del San Camillo Forlanini Luigi Macchitella, vanno dall'associazione a delinquere, concorso in corruzione, falso, truffa e turbativa d'asta. Tra di loro figurano i componenti della famiglia Taffo, proprietari, dipendenti e soci di una delle più importanti imprese funebri della capitale. Ma non è l’unica: nell'elenco, infatti, spuntano anche i nomi dei rappresentanti di Funeral Product, Semi – Servizi mortuari integrati, Service One, Fasida, Cattolica 2000 e Servizi funebri Fucile.