Anna, violentata e picchiata per mesi incinta, diminuita la pena al suo aguzzino: “Non era schiavitù”
Pena ridotta da 10 a 8 anni per Ion Grigoriu, cittadino di 45 anni di nazionalità romena, condannato per aver violentato e picchiato sistematicamente, una ragazza russa alla periferia di Roma. I giudici della III Corte d'Assise hanno deciso di rivedere la sentenza di primo grado facendo cadere il reato di riduzione in schiavitù perché "il fatto non sussiste". La vicenda è raccontata dal quotidiano il Messaggero.
La giovane era arrivata nel 2009 in Italia, dopo gli studi, assieme alla madre e qui aveva conosciuto un uomo con cui aveva stretto un rapporto sentimentale, rimanendone in cinta. Ma la situazione con il compagno era velocemente precipitata proprio durante la gravidanza, tra continui litigi e botte che era costretta a subire. Trasferitasi con l'uomo in un capannone in zona Arco di Travertino, dove il 45enne condannato dettava legge.
E sarebbe proprio all'interno dello stabile occupato abusivamente che la donna è stata violentata e abusata ripetutamente da Grigoriu dopo l'allontanamento del suo compagno. Violenze e abusi continuati nonostante fosse incinta, mentre veniva costretta dal suo aguzzino anche a svolgere tutte le mansioni domestiche all'interno della sua baracca. Il suo incubo è finito il 29 gennaio del 2016, quando i carabinieri l'hanno trovata all'interno del capannone durante un controllo.