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Alemanni, ex vicepresidente II Mun.: “Cacciato senza motivo, neanche Zingaretti sapeva nulla”

Ieri la presidente del II Municipio Francesca Del Bello ha comunicato ufficialmente la decisione di escludere Andrea Alemanni, vicepresidente del II Municipio e presidente del Pd Lazio, dalla sua giunta. Alemanni: “Follia fare una cosa del genere a venti giorni dalle elezioni, quando si dovrebbe dare un senso di unità”.
A cura di Enrico Tata
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Andrea Alemanni - foto Salvatore Contino
Andrea Alemanni – foto Salvatore Contino

Andrea Alemanni è il presidente del Partito democratico del Lazio ed era vicepresidente del II Municipio di Roma (quello che comprende Parioli, Flaminio, Nomentano). Era perché ieri la minisindaca Francesca Del Bello ha comunicato ufficialmente la decisione di escludere Alemanni dalla sua giunta. Il motivo: "Per costruire l'alternativa per il governo della nostra città bisogna ripartire dai territori. Con questa prospettiva è necessario attivare tutte le risorse per migliorare il nostro lavoro nei prossimi due anni. Ringrazio Andrea Alemanni per quanto ha fatto sinora ma da qui alle prossime elezioni devo poter contare su amministratori che possano dedicarsi completamente e a tempo pieno al governo Del territorio. Al suo posto arriverà Valerio Casini, renziano. Alemanni, invece, si candidò al congresso per la scelta del segretario del Pd Lazio sostenuto dall'area di Matteo Richetti, che oggi scrive: "Andrea è vittima delle logiche di cui il nostro partito non si libererà mai, ormai è chiaro. Vincono tutti il congresso al grido “cambiamento, giovani, rinnovamento”. Poi regalano una quotidianità fatta di cinismo, furbizie, amici degli amici".

Alemanni, è convinto delle motivazioni di Francesca Del Bello?

"La sua è un po' l'obiezione che muove Salvini a Zingaretti: siccome sei presidente della Regione Lazio non puoi fare il segretario del Pd e quindi ti devi dimettere. L'unico dettaglio è che Salvini è della Lega, mentre io e Francesca Del Bello siamo entrambi del Pd. E poi io sono un po' meno impegnato anche di Zigaretti: fare il presidente del Pd Lazio e il vicepresidente di municipio sono cariche che credo si possano ricoprire senza nessun tipo di problema. Tra l'altro anche la segretaria del Pd Toscana, Simona Bonafè, è anche europarlamentare. Il segretario del Pd Lazio Bruno Astorre è un senatore".

E allora qual è il vero motivo?

"Del Bello non ha fornito motivazioni, la verità è che non c'è una motivazione vera. Doveva fare questa cosa. Il punto è che non siamo a scuola, siamo in una comunità politica. In questo modo si tradisce non solo la mia fiducia, ma anche quella dei cittadini che mi hanno votato. Non so perché l'abbia fatto, al punto che quando lei mi ha chiamato per dire che aveva protocollato l'ordinanza in cui mi cacciava, io non ci credevo, perché è una cosa assurda. Devo studiare, ma potrebbe essere una cosa che non si è mai verificata a Roma e cioè che il primo degli eletti venga cacciato così. Mi ha chiamato comunicandomi che io faccio il presidente del partito quindi devo fare solo quello. Ripeto: è l'argomentazione di Salvini.

Ha sentito Zingaretti?

"Sono cose brutte, non devono più succedere. Penso davvero che queste cose non possano più succedere: Zingaretti e Astorre sono rimasti basiti. Zingaretti mi ha detto: "Io non ne sapevo niente, mi sembra una cosa incredibile". 

Perché a 20 giorni dalle Elezioni Europee?

"Follia fare una cosa del genere a venti giorni dalle elezioni, quando si dovrebbe dare un senso di unità. Casomai dal 27 di maggio ci potevamo sedere e fare qualsiasi ragionamento, potevamo parlare. Il senso di farlo prima dà il senso di una comunità che si rompe a venti giorni dalle elezioni. Governiamo quattro municipi a Roma: tu cacci il vicepresidente più votato di tutti, che è del tuo stesso partito ed è presidente del Pd del Lazio. Credo non abbia precedenti".

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