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Al Pigneto i nomi dei 36.570 migranti morti in mare: saranno visibili solo con la pioggia

Sono 36.570 le persone morte in mare dal 1993: molte di queste persone non hanno un nome, tanti corpi non sono stati ritrovati. Ma sarà il monumento funebre a riportarli alla luce nei giorni di pioggia, e a rendere visibile quello che finora è stato invisibile. “La stessa acqua che li ha sepolti li restituisce alla vista e alla nostra memoria”.
A cura di Natascia Grbic
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Un monumento funebre dedicato ai migranti morti in mare per cercare di arrivare in Europa. È questa l'opera di Fabio Saccomanni, in arte (S)ink, realizzata al Pigneto, a Roma. Si tratta di un'immensa lista di nomi che sono stati scritti nella strada, i nomi di 36.570 persone che dai 1993 sono annegate per tentare di passare quel pezzo di mare che le separava da una vita migliore. Le scritte rimarranno invisibili per la maggior tempo, così come invisibili sono stati questi migranti fino ad ora. Ma è nei giorni di pioggia che emergeranno dall'asfalto, a ricordare che un tempo su questa terra c'erano anche loro e che è stata l'acqua a inghiottire i loro corpi. Ed è solo in quel momento che diventeranno visibili, grazie a una speciale vernice utilizzata appositamente per comporre questo immenso monumento funebre.

La prima parte del monumento funebre, che fa parte del progetto MArteVisiva (sezione della Biennale MArteLive), è stato lanciato ieri 10 dicembre in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani. Dalle 14 di ieri sono stati trascritti sull'isola pedonale del Pigneto i nomi delle persone morte in mare tra il 1993 e il 1995. L'opera, vera e propria denuncia delle politiche migratorie, sarà terminata entro il 20 giugno 2020 in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. "Pochi tra coloro che sono morti nel tentativo di raggiungere l’Europa hanno un’identità – spiega l'artista – Nomi di donne, nomi di uomini, nomi di bambine, nomi di bambini. Molti, invece, sono rimasti senza nome, classificati come No Named. La stessa acqua che li ha sepolti li restituisce alla vista e alla nostra memoria. Li rende presenti. Sarà l’acqua a farceli ricordare ogni volta che piove. Camminare sotto la pioggia avrà la portata di un gesto di solidarietà, di vicinanza, di civiltà".

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