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“Aiuta il tuo popolo, boicotta i negozi stranieri”: volantini razzisti sui negozi a Roma

Nella notte volantini che invitano al boicottaggio sono apparsi sulle saracinesche di negozi gestiti da stranieri alla periferia di Roma, a Tor Bella Monaca. Sotto i manifesti la firma di “Azione frontale”, organizzazione di estrema destra nata da una costola di Forza Nuova.
A cura di Francesco Loiacono
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Volantini firmati da "Azione frontale", organizzazione di estrema destra nata da una costola di Forza Nuova, sono apparsi nella notte sulle saracinesche di alcuni negozi gestiti da stranieri nella periferia di Roma, a Tor Bella Monaca. Il testo dei manifesti è esplicito: "Aiuta il tuo popolo. Boicotta i negozi stranieri, sostieni le attività commerciali del tuo quartiere".

Il gesto dei militanti di "Azione frontale", finiti alla ribalta delle cronache qualche tempo fa per aver fatto annullare un concerto del rapper Bello Figo grazie a una campagna di minacce portata avanti tramite affissioni, non è isolato. Si è ripetuto anche nei giorni scorsi. A denunciarlo la pagina Facebook "Informazione antifascista", che ha pubblicato le foto dei manifesti, commentando: "Questa formazione, dichiaratamente fascista, è in netta crescita negli ultimi mesi soprattutto nelle periferie romane di Tor Bella Monaca grazie ad un atteggiamento movimentista, e la loro attività politica consiste sostanzialmente in ronde ‘contro il degrado' sugli autobus e nell'attaccare manifestini su ciò che non li convince".

Il leader del movimento, Ernesto Moroni, intervistato dal quotidiano "La Repubblica" ha spiegato: "In un periodo di crisi senza fine sostenere le attività italiane è di fondamentale importanza non solo economica ma anche per riscoprire il valore dell'unità di popolo. L'essere razzisti, però non ci appartiene, la nostra è stata un'azione prettamente commerciale".

I commercianti che si sono visti "marchiati" dai volantini che invitano a boicottare le loro attività commerciali naturalmente la pensano in maniera diversa. Tra loro, però, serpeggia anche rassegnazione. Evidenziata dal fatto che non denunceranno l'episodio: "Per queste cavolate? E poi, pure se lo faccio, qui prima che arrivi qualcuno passa una vita", ha affermato ad esempio al quotidiano "Repubblica" Hajia, titolare di un salone specializzato in acconciature afro-cubane.

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