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Addio a Enzo Camerino, l’ultimo sopravvissuto al rastrellamento del Ghetto

È morto questa mattina, proprio nel giorno in cui compiva 86 anni. Nel 1943, insieme alla sua famiglia, era stato deportato ad Auschwitz.
A cura di Enrico Tata
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Dei 16 reduci del rastrellamento del Ghetto romano il 16 ottobre 1943 era uno degli ultimi due ancora in vita. È morto questa mattina Enzo Camerino. Proprio nel giorno in cui compiva 86 anni. "Il presidente Riccardo Pacifici, il Rabbino Capo Riccardo Di Segni e tutto il Consiglio della Comunità Ebraica di Roma piangono la morte di Enzo”. Così sul sito della Comunità ebraica di Roma. Il 16 ottobre 1943 Enzo è in casa insieme alla sua famiglia. Vive al quartiere Prati, in via delle Milizie. Alle cinque del mattino si presentano alla porta un tedesco e un fascista con un foglio su cui era scritto di prepararsi per il viaggio. All’arrivo ad Auschwitz Enzo, i suoi due fratelli e i suoi genitori sono scelti per il lavoro; lo zio viene mandato direttamente alla morte. Dopo aver svolto alcuni lavori a Birkenau, tra cui anche quello di barbiere, Enzo viene mandato nel sottocampo di Jawischowitz, dove c’erano le miniere di carbone. A Buchenwald verrà liberato nell’aprile del 1945. Tornerà a Roma il 12 giugno 1945 e della sua famiglia riabbraccerà solo il fratello Luciano. Il 13 aprile 1957 emigra a Montreal, in Canada, dove ha vissuto fino a oggi.

Il ricordo di Marino

Al ricordo di Camerino ha partecipato anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino: “Esprimo la mia vicinanza e quella dell’intera città di Roma alla famiglia di Enzo Camerino, uno degli ultimi sopravvissuti al rastrellamento del Ghetto di Roma del 16 ottobre 1943. Enzo si è spento proprio oggi, giorno del suo 86esimo compleanno. Non aveva ancora 15 anni quando insieme a tutta la sua famiglia venne deportato ad Auschwitz. Oggi imprimiamo nella nostra memoria il numero 158509, numero che Enzo Camerino portava sulla pelle, e ci impegniamo ancora una volta nel continuare a tener vivo il ricordo con i viaggi della Memoria, perché le nuove generazioni possano vedere con i propri occhi l’orrore, e non dimentichino mai”. Così il primo cittadino. "Perdiamo una figura coraggiosa che ha vissuto per trasmettere ai giovani il valore della memoria", ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

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