Acqua gialla tra Pomezia e Ardea: “Tracce di contaminazione fecale”
Sono arrivati nuovi risultati dall'Arpa Lazio sul fenomeno "dell'acqua gialla" presentatosi nella seconda metà di agosto in un ampio tratto di litorale a sud di Roma, in particolare tra i comuni di Pomezia e Ardea i cui sindaci avevano anche interdetto la balneazione proprio nel clou della stagione estiva. Se in un primo momento si era parlato esclusivamente della presenza di un'alga, la Fibrocapsa Japonica, responsabile della colorazione giallo-marrone dell'acqua ma assolutamente innocua, ora emerge anche la presenza di una "consistente contaminazione focale" in alcuni punti dove sono stati effettuati i prelievi.
Una concentrazione ben sopra la norma del batterio Escherichia Coli è stato misurato al fosso di Incastri (sopra 12mila UCF/100ml); alla foce del fosso Cavallo Morto (6700 UCF/100ml); ponte di via Ardeatina (420) ; nel Rio Torto (1120); alla confluenza tra il fosso dell'Incastro e un altro fosso proveniente dai Castelli Romani 550. "L'analisi congiunta dei dati relativi ai depuratori e ai campioni prelevati alla foce dei fossi – si legge nella nota dell'Arpa consegnata ai sindaci di Pomezia e di Ardea – portano a supporre che la presenza di significative quantità di nutrienti nei corsi d’acqua potrebbe essere dovuta alla possibile presenza nel bacino imbrifero di acque reflue non trattate".