Acea, sit-in di protesta dei lavoratori: a rischio 400 posti
Rischiano di perdere il posto i 400 dipendenti del call center E-care di Acea che oggi hanno protestato davanti alla sede dell'azienda in Via delle Cave Ardeatine, a RomaErano in 400 oggi a protestare nello spazio antistante la sede dell'Azienda Acea di Roma i dipendenti a rischio del call center E-care. Brandivano striscioni e cartelli di protesta "400 lavoratori messi al bando" si sono definiti. Tutto quello che chiedono i dipendenti del call center gestito dalla municipalizzata romana è la revisione del bando emesso dall'azienda e in scadenza oggi che prevede la delocalizzazione all'estero del servizio di call center, mettendo a rischio i loro posti di lavoro.
"E' inaccettabile il comportamento di Acea in merito alla vicenda del call center. Stamattina, nonostante oggi scadano i termini del bando pubblico per il riaffidamento del servizio, i vertici della società hanno rifiutato persino di incontrare i 420 dipendenti di E-Care che rischiano di perdere a breve il proprio posto di lavoro". È quanto ha dichiarato in una nota il segretario regionale della Uil di Roma e del Lazio, Giuliano Sciotti. "E il sindaco? Dov'è Marino in tutto questo? Lo scorso gennaio aveva garantito che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro – continua Sciotti – E adesso? Quali interessi sta tutelando? Non certo quello dei suoi cittadini. Se l'unico criterio di indirizzo del bando resta il risparmio economico, oltre a mettere a repentaglio il posto di lavoro di 420 addetti al servizio si rischia seriamente che lo stesso appalto possa essere affidato fuori dalla nostra città. Acea aprirà più tardi le buste, senza degnare di una risposta i suoi dipendenti. È gravissimo ciò che sta accadendo. Ricordiamo che Acea è la più grande società appaltante di Roma. Se tutte le aziende usassero gli stessi metodi ci ritroveremo con un aumento esponenziale di licenziati e disoccupati. Sollecitiamo pertanto il sindaco e la giunta ad intervenire immediatamente, ricordando che Acea è un'azienda del Comune e una società pubblica".
“Il silenzio assordante dell’azionista di maggioranza di Acea S.p.a non è più ammissibile. Ignazio Marino deve decidere se difendere i diritti dei cittadini di Roma o fare gli interessi di Acea”. Sono le parole diffuse del coordinamento dei Socialisti Europei di Roma e del Lazio, che lancia un appello: “Per difendere i propri diritti e quelli di tutti i romani è in corso in queste ore una mobilitazione da parte del comitato organizzatore delle proteste che sta chiedendo a tutti lavoratori e non solo, di inviare una mail al gabinetto del sindaco con la frase che contraddistingue le battaglie di questi giorni: ‘Lavoratore messo al bando n 420. Marino io ci metto la faccia, e tu?’”.