A Tor Bella Monaca è stato demolito l’altare dedicato al boss Stefano Cordaro
La guerra tra i clan della malavita romana si combatte anche a colpi di murales. Quello di Serafino Cordaro, che ricopriva uno dei muri dei palazzi nella zona R9 del quartiere romano di Tor Bella Monaca, e quello con il volto del mandante del suo assassino, il boss Stefano Crescenzi, che campeggiava su un edificio in via Giovanni Dupré a Giardinetti. Il primo, con l'immagine del boss assassinato a febbraio del 2013, è stato rimosso lo scorso 22 maggio, il secondo è stato ricoperto con una vernice bianca questa mattina. L'operazione è stata eseguita dagli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale, in collaborazione con Polizia di Stato e Carabinieri. Le squadre di pronto intervento per il decoro hanno provveduto a ricoprire il grande murales di via Dupré e sono intervenuti anche in via Ferdinando Quaglia, a Tor Bella Monaca, per demolire un altarino in muratura realizzato in ricordo di Serafino Cordaro
Serafino Cordaro fu ucciso con tre colpi di pistola alla testa e al torace. Il mandante del killer, hanno accertato le forze dell'ordine, era il boss Stefano Crescenzi, condannato a 23 anni di reclusione. Per lui il pm aveva chiesto una condanna all'ergastolo, ma i giudici esclusero l'aggravante della metodologia mafiosa.
La sindaca Raggi: "Questi simboli vanno cancellati per ristabilire il rispetto della giustizia"
“La legalità è un bene da difendere con azioni quotidiane. Per questo voglio ringraziare il comando della Polizia Locale che, in collaborazione con Polizia di Stato e Carabinieri, ha consentito la rimozione di altre immagini della vergogna che inneggiavano al ricordo di esponenti di clan criminali. Questi simboli vengono trasformati in oggetti di culto, che vanno cancellati per ristabilire il rispetto della giustizia e della verità che i cittadini meritano. Non tollereremo più che nella nostra città vengano ‘celebrate’, anche solo con immagini pubbliche, personalità che in vita hanno seminato paura e morte. O che continuano a farlo. Tanto più lucrando sulla vita delle persone, tramite i proventi dello spaccio di droga, del racket e dell’usura". Questo il commento della sindaca di Roma, Virginia Raggi.