Lo spavento c'è ed è comprensibile, umano. I cittadini romani al terremoto non sono abituati e, speriamo, mai si dovranno abituare. Per ricordare un sisma con epicentro vicino a Roma bisogna ritornare a quello ai Castelli Romani nella seconda metà degli anni '80. La paura, però, non giustifica reazioni di panico. Ieri molte scuole della Capitale sono state evacuate, i ragazzi sono stati fatti venire a prendere dai genitori, decisione che ha causato lunghe file di automobili e traffico praticamente ovunque (tra l'altro in quei minuti tutte e tre le linee della metropolitana erano chiuse per precauzione).
Nel V municipio una funzionaria del servizio Politiche educative ha invitato a "evacuare gli edifici scolastici di propria competenza: i genitori che lo vorranno potranno riprendere i propri figli in anticipo". Invito che è stato accolto da molti istituti della Capitale. Eppure, come fa notare per esempio Diego Bianchi, in arte Zoro, in un video pubblicato su Facebook, molti bambini il terremoto neanche l'hanno sentito. Ma quando gli è stato detto di chiudere i quaderni, i libri e di andare in giardino a causa della scossa, in quel caso sì che si sono spaventati.
"L'hai sentita?", è la frase che in queste ore viene pronunciata più spesso a Roma, ma in realtà quel terremoto devastante dista cento chilometri dalla Capitale, dati ufficiali dell'Ingv. Ieri su molti cellulari Whatsapp circolava una notizia, falsa, in merito alla chiusura delle scuole nella giornata di oggi. Bene ha fatto la sindaca Raggi a smentire ufficialmente con un video pubblicato su Facebook. La paura è legittima, la psicosi un po' meno.