A Roma ci sono 1000 disabili gravissimi senza sostegno economico
Hanno demenze gravi, vivono attaccati a respiratori e macchinari e hanno bisogno di un controllo costante 24 ore su 24. Sono i disabili gravissimi, persone che vivono una condizione estremamente fragile e che non sono autosufficienti. Chi si occupa di loro? Nella maggior parte dei casi la famiglia, che non ha il denaro sufficiente per pagare un'assistenza domiciliare. Questo comporta a sua volta che il lavoro di queste persone viene sacrificato, e le entrate continuano a non essere sufficienti. Per andare incontro alle loro esigenze, la Regione Lazio ha stanziato 5 milioni e 300mila euro. 3 milioni e 564.346,27 euro sono stati destinati a Roma Capitale. Su 2965 domande presentate a Roma, circa mille non sono state ancora soddisfatte. E i disabili gravissimi, che hanno bisogno di quel denaro (soprattutto durante l'emergenza coronavirus), stanno ancora aspettando.
"Rispetto allo scorso anno la Regione Lazio ha aumentato i fondi da destinare ai disabili gravissimi – spiega a Fanpage.it Fiorella Puglia, segretaria Fp Cgil Roma Lazio – Ma la verità è che Roma Capitale difficilmente riuscirà a evadere le domande restanti". Secondo quanto spiegato da Puglia, questo avviene principalmente per due motivi: sia per lungaggini burocratiche sia perché i fondi probabilmente non basteranno a dare una risposta positiva alle persone in attesa. "Servono altri soldi", spiega la segretaria. "Siamo in una situazione di grave emergenza economica, di isolamento. Si tratta di un problema grandissimo e serve dare risposte a tutti il prima possibile". Due quindi le priorità: svuotare le liste e assecondare le richieste dei disabili gravissimi.
In una nota congiunta di Cgil di Roma e del Lazio, Cisl del Lazio e Cisl di Roma Capitale Rieti e Uil del Lazio, risulta che nel Lazio "1.652 utenti, che rispondono ai requisiti previsti per l'ottenimento del sostegno economico, non hanno ancora ottenuto risposta". E ancora: "Ci risulta, inoltre, che i criteri di utilizzo delle risorse e di gestione delle misure previste per il sostegno di questa svantaggiata categoria di persone, nella Regione Lazio non sono omogenei e questo determina il rischio che si creino disuguaglianze. Crediamo quindi che non siano più rinviabili gli interventi di scorrimento delle graduatorie in essere, anche con risorse aggiuntive dei Comuni interessati per dare risposte concrete".