video suggerito
video suggerito
Covid 19

A Roma c’è il blocco degli spostamenti, ma l’inquinamento aumenta invece di diminuire

L’inquinamento non cala come ci si aspetterebbe. A Roma i livelli di polveri sottili aumentano nonostante le stringenti limitazioni ai movimenti imposti dal governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Secondo un approfondito studio di Arpa Lazio ci sarebbe una spiegazione e sarebbe di tipo meteorologico.
A cura di Enrico Tata
704 CONDIVISIONI
Livello di No2 nel marzo 2020
Livello di No2 nel marzo 2020
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Le limitazioni agli spostamenti per l'emergenza coronavirus hanno provocato un calo dell'inquinamento da polveri sottili in moltissime città del mondo. Tranne che a Roma, dove i livelli di Pm10 non si sono ridotti di molto e anzi, in alcuni giorni delle scorse settimane, hanno superato di molto i dati registrati nello stesso periodo degli scorsi anni. Un rapporto della compagnia IQAir ha confrontato i livelli di Pm10 in 10 metropoli del mondo: Delhi, Los Angeles, Londra, Madrid, Mumbai, San Paolo, Wuhan, Seul, New York e Roma. Nove città su dieci hanno visto una riduzione del livello di polveri sottili, mentre per Roma c'è addirittura stato un aumento del 30 per cento, che secondo gli autori è dovuto soprattutto al forte contributo dell'utilizzo dei riscaldamenti domestici. In città calde, ad esempio, questo tipo di inquinamento non c'è e inoltre in città molto inquinate la riduzione è più facile da osservare.

La spiegazione: aumento dovuto a sabbie del deserto

Secondo un approfondito studio di Arpa Lazio il lockdown ha determinato una significativa "riduzione delle emissioni legate al settore dei trasporti, che risulta chiaramente dalla diminuzione delle concentrazioni degli inquinanti legati direttamente al traffico (monossido di azoto, benzene e in parte biossido di azoto)". Per questi inquinanti le riduzioni sono anche del 50/60 per cento rispetto all'anno precedente. Per quanto riguarda il particolato (PM10), invece, la riduzione non è così drastica, anzi: "Confrontando le concentrazioni giornaliere con quelle caratteristiche del periodo misurate negli anni precedenti e osservando l’andamento delle stesse nel mese di marzo 2020, non sembra emergere la stessa drastica diminuzione osservata invece per gli inquinanti gassosi". Questo potrebbe essere dovuto non solo all'utilizzo dei riscaldamenti, come menzionato sopra, ma anche a motivi del tutto meteorologico. Nel mese di marzo 2020, spiega infatti Arpa Lazio, "le condizioni meteo in Italia sono state influenzate da una depressione ciclonica (in mezzo al Mediterraneo), che ha portato sabbia(dal deserto del Sahara e/o dalla regione Caucasica) che con l’ausilio di venti provenienti dall’est Europa, ha determinato un innalzamento delle polveri nel Nord-Centro Italia coinvolgendo anche la regione Lazio. Nel Lazio si sono, di conseguenza, registrati a marzo dei valori alti di PM10 dovuti a sorgenti di tipo naturale".

704 CONDIVISIONI
32831 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views