A Roma 34 nuove pietre d’inciampo per ricordare vittime dei lager e l’orrore delle Fosse Ardeatine
Sono 34 le Stolperstreine che saranno installate a Roma tra lunedì e martedì. Le pietre d'inciampo, apparse per la prima volta nel 1992, servono a ricordare gli orrori dei campi di sterminio nazisti, e tutte quelle persone – adulti, anziani e bambini – deportati e assassinati. Il progetto, curato da Adachiara Zevi e promosso da Aned e dal Museo Storico della Liberazione, sarà diffuso in diversi quartieri della città di Roma. Non solo intorno al Ghetto, ma anche a Prati, Flaminio, Centocelle e Boccea. Interesserà la periferia, così come il centro storico. Saranno incastonate al Portico d'Ottavia, in via della Reginella, in piazza Costaguti, in via Arenula, in via delle Zoccolette, a Trastevere, in via Manara e a piazza San Cosimato. Ma anche a Centocelle tra via Ceprano e via Ceccano, in via Giovenale, a piazza Prati degli Strozzi, e in via Gianturco.
Pietre d'inciampo a Roma, le vittime che hanno vissuto gli orrori del nazismo
Le pietre d'inciampo sono dedicate a Lello di Segni, l'ultimo sopravvissuto al rastrellamento nazista nel ghetto del 16 ottobre 1943 e morto nel 2018, alla famiglia Pavoncello, storica famiglia ebraica romana, a Benedetto di Segni, deportato ad Auschwitz e non sopravvissuto alla Shoah, ai martiri delle Fosse Ardeatine Spartaco e Italo Pula. Avrà la sua pietra anche Ferdinando Persiani, partigiano morto a Mauthausen, Salvatore Canalis, insegnante antifascista della Resistenza Romana ucciso nelle Fosse Ardeatine insieme al comandante Renato Villoresi, e Gino Tagliacozzo, morto ad Auschwitz nel 1944.
Le pietre d'inciampo nel mondo
Sono 71mila le pietre d'inciampo depositate in tutta Europa. La maggior parte è collocata in Germania, ma il progetto – ideato dall'artista Gunter Demnig – è stato accolto in diversi paesi del mondo. Solo Estonia, Bielorussia e alcuni paesi balcanici non hanno aderito al progetto.