A Cupinoro nessuno vuole costruire gli impianti per i rifiuti: l’asta è deserta
Deserta. Questo l’esito dell’asta delle autorizzazioni per la costruzione di due impianti di trattamento dei rifiuti nella zona circostante alla discarica di Cupinoro, sito che si trova tra i comuni di Cerveteri e Bracciano, nell’area metropolitana a nord di Roma. Si tratta dell’Autorizzazione Integrata Ambientale concessa per la realizzazione di un impianto di trattamento meccanico biologico (Tmb) e di un impianto biogas. Il curatore fallimentare della Bracciano Ambiente Spa, società che, prima del suo fallimento nel 2016, si occupava della raccolta dei rifiuti e della gestione della discarica, non ha ricevuto nessuna busta di offerta alla data fissata del 21 novembre scorso e nel suo studio di viale Somalia non c’è stata nessuna gara. “Come curatore fallimentare – ha dichiarato Sirleo – ho fatto il mio dovere nei confronti dei creditori”. Si aprono nuovi scenari per la gestione della discarica alle porte della Capitale: i cittadini, i comitati e i sindaci dei comuni limitrofi sperano che si proceda per la tanto attesa bonifica dell’area in un’ottica di riqualificazione del territorio, che punti alla valorizzazione paesaggistica.
Discarica di Cupinoro parlano i sindaci
“Siamo soddisfatti dell’esito della gara degli impianti a Cupinoro – ha detto il sindaco di Bracciano, Armando Tondinelli – ora dobbiamo vigilare attentamente affinché il sito sia bonificato, messo in sicurezza e affinché vengano controllate le matrici ambientali, come da noi da sempre richiesto alla Regione Lazio”. A Bracciano l’attenzione resta alta: il 30 novembre scade il servizio di raccolta differenziata, prorogato altri tre mesi ma ad anno nuovo il comune dovrà prendere provvedimenti. “Prendiamo atto dell’esito dell’asta e attendiamo, non senza un minimo senso di inquietudine, le prossime iniziative che la curatela vorrà attuare – ha detto Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri – riaffermiamo con forza la posizione che abbiamo sempre espresso sull’argomento anche attraverso i ricorsi proposti davanti le autorità giurisdizionali competenti, ovverosia che il progetto dei due impianti per il trattamento dei rifiuti a Cupinoro è certamente obsoleto e gravemente dannoso per il nostro territorio”.
Emergenza rifiuti, i comitati in rivolta
Soddisfatto anche il comitato a difesa del territorio, Fermiamo Cupinoro: “Noi e altri comitati cittadini abbiamo fatto tutto ciò che era possibile: azioni legali, esposti, ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, denunce, richieste di analisi ambientali fino alla richiesta, che è stata accolta, per l’indagine della Commissione Europea sui molti lati oscuri della gestione della discarica". Il comitato ha ricordato all’Università Agraria di Bracciano i suoi doveri e le sue responsabilità in qualità di proprietaria dei terreni ed ente di tutela. “L’asta è andata deserta, ma non finisce qui. Durante l'incontro in Regione ci è stato detto che l’Autorizzazione Integrata Ambientale sugli impianti in scadenza a maggio 2018 si rinnoverà automaticamente per i prossimi 5 anni” varianti procedurali permettendo. "A nord di Roma non c’è ancora un polo per chiudere il ciclo dei rifiuti quindi la guardia va tenuta alta”.